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Le mani di Cosa nostra sull’Umbria
Le cosche palermitane, decimate dagli ultimi arresti, tentano di riorganizzarsi.
Le cosche palermitane, decimate dagli ultimi arresti, tentano di riorganizzarsi.
Beni per 1,5 milioni di euro sono stati confiscati tra la Sicilia e l’Umbria dagli agenti del centro operativo della Dia di Palermo.
Un terreno e un casolare sulla Flaminia a Spoleto, acquistati “non da molto tempo”, rientrano tra i beni sequestrati dalla Dia ai fratelli Diego e Ignazio Agrò, 64 e 72 anni, noti commercianti di olio della provincia di Agrigento.
Imprenditori, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, fino a scalfire il vertice dell’istituzione emergenziale per eccellenza, la Protezione Civile, nella persona del direttore, Guido Bertolaso: tutti componenti di un più ampio puzzle incastonato, pezzo dopo pezzo, dalla Procura di Firenze.
“I diritti negati dalle mafie.
Venrdì 5 Marzo Enrico Fierro Il Fatto quotidianoRoberto Morrione Libera Informazione Modera il dibattito Elisabetta Proietti ore 17.
Montare una passerella in un oleificio è una attività ordinaria, un lavoro come un altro, cosa c’entra con la morte? Cosa c’entra un boato assordante con le fiamme, il sangue, la paura che toglie il fiato in una normalissima giornata di lavoro a Campello sul Clitunno, in Umbria? Ce lo racconta la prima contro inchiesta […]