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Rosario Livatino, quel giudice giovane e “scomodo”
Così rimase per tutti, dopo quell’esternazione dell’allora presidente Francesco Cossiga: “il giudice ragazzino”.
Così rimase per tutti, dopo quell’esternazione dell’allora presidente Francesco Cossiga: “il giudice ragazzino”.
E’ il secondo avvertimento ad un giudice in Sicilia in pochi giorni e arriva proprio negli stessi in cui si ricorda il sacrificio di un altro giudice, Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990.
Una realtà che è destinata ad essere proiettata e descritta secondo precise regie.
Per la sua gestione “allegra” della Cosa Pubblica l’opposizione locale lo ha ribattezzato Sciampagnini.
“Solo la mafia e i servizi segreti sono capaci in Italia, di far scomparire una persona senza lasciare alcuna traccia”.
L’odierno questore di Forlì, Rino Germanà, è uno dei pochi che può raccontare le fasi di un omicidio.
Non era uno «estraneo» al territorio, ma di questa città aveva scelto di essere pienamente cittadino.