Una consulenza ordinata dalla Dda di Palermo durante le indagini, e si scopre che i «pizzini» riconducibili al latitante Matteo Messina Denaro non sono da lui «vergati» ma il pensiero è certamente il suo.

Matteo Messina Denaro viene ricercato dai «cacciatori» delle forze dell’ordine seguendo tracce particolari, quelle lasciate dalle sue «passioni», che non solo quelle per le imprese, gli appalti, o anche le donne, i belli orologi e le auto di lusso, ma sono anche quelle per l’arte e l’archeologia.

La Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato le condanne di primo grado all’ergastolo e a 12 anni per Bagarella e Brusca.

E’ durato circa un’ora l’interrogatorio del senatore Udc Toto’ Cuffaro, indagato per corruzione aggravata dall’agevolazione a Cosa nostra.

Ancora roghi notturni di rifiuti a Palermo e nella provincia, nei 22 Comuni dove si aggrava ogni giorno l’emergenza causata dallo sciopero dei lavoratori del consorzio Coinres, senza paga da due mesi.

La Sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti ha condannato l’ex presidente della Provincia di Messina, Salvatore Leonardi, a risarcire l’ente di 139.

Dopo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori de I Siciliani scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della lotta alla mafia e della libera informazione.