Alcamo, i «nonni» e le «donne» della mafia
Ottantacinque anni uno, settantaquattro anni l’altro.
Ottantacinque anni uno, settantaquattro anni l’altro.
La Corte d’Appello di Palermo ha deciso oggi di sospendere la discussione, ormai alle battute finali, del processo al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, per ascoltare la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza.
Se non esistessero approfondite e dettagliate conclusioni, frutto dell’instancabile lavorio posto in essere dalle strutture della Direzione Investigativa Antimafia, a livello nazionale, e da quelle delle singole Direzioni Distrettuali, sul piano regionale, si potrebbe pensare al solito ed inflazionato copione imperniato su “presunti” legami tra economia edile e criminalità organizzata.
Si e’ costituito nel carcere di Pagliarelli a Palermo, Vincenzo Di Blasi, il poliziotto (in pensione da qualche mese, dopo essere finito sotto inchiesta) accusato di essere una ‘talpa’ dei boss.
E’ di dieci persone arrestate, tra cui due donne, il bilancio di una vasta operaizone antimafia eseguita all’alba di oggi dalla Squadra mobile di Trapani e dal commissariato di Alcamo.
Quando andò a sedere per la prima volta davanti ai pm e carabinieri che lo interrogavano, Pietro Scavuzzo, fino ad allora quasi sconosciuto “picciotto” della mafia trapanese, cominciò per giorni e giorni a raccontare della mafia della Sicilia occidentale, fece i nomi di uomini e indicò affari.
Nei giorni della «trattativa» tra la Mafia e lo Stato, in provincia di Trapani ci sarebbe stato un preciso scacchiere.