Una busta contenente un proiettile e una lettera con minacce di gravi rappresaglie personali è stata inviata al magistrato Sebastiano Ardita, responsabile della gestione dei detenuti 41bis.

Una città piena di intelligenze vivaci, giovani impegnati, di un potenziale inespresso.

 Per i bambini dell’oratorio Giovanni Paolo II di Librino, quartiere difficile della periferia catanese, il 6 gennaio era un giorno di festa da passare tra giocolieri, maghi e befane cariche di calze con i dolci.

L’ex senatore democristiano Vincenzo Inzerillo è stato condannato dai giudici della prima sezione della corte d’appello di Palermo a 5 anni e 4 mesi per concorso in associazione mafiosa.

Gli ultimi omicidi di Cosa nostra nella zona, il feudo dei boss corleonesi, risalgono a oltre 10 anni fa.

Circa centocinquanta cittadini ieri hanno ricordato a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il giornalista Beppe Alfano ucciso dalla mafia 17 anni fa.

Anche Salvatore Giangravè, considerato esponente di spicco del clan Aparo, detenuto ad Ancona, dove ieri mattina gli è stato notificato un nuovo provvedimento nell’ambito di un’inchiesta su droga ed estorsioni, per guidare gli affari criminali del gruppo, dal carcere, si affidava ai pizzini.