La Procura antimafia di Palermo ha chiesto di processare per favroeggiamento e associazione mafiosa la gran parte degli indagati finiti in manette la scorsa estate individuati quali “postini” del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro.
Un investimento da oltre 100 milioni di euro, questo il programma, annunciato solo alla fine di Febbraio, da “Syndial spa”, società dell’ampio universo Eni, attiva entro i confini dello stabilimento petrolchimico gelese.
Da vittima a carnefice: un passaggio, un travaglio “morale”, tutto interno alla vita di Nicola Interlici, “Niki” per gli amici, commerciante gelese, fino allo scorso 31 marzo ritenuto prioritario obiettivo di “cani sciolti” eterodiretti dai gestori del locale racket, in grado di mandargli in fumo un magazzino e un’autovettura.
“ I fatti si affermano con la loro ostinatezza”.
Una nuova sede nel cuore del quartiere Resuttana, a Palermo, per affiancare i commercianti taglieggiati e combattere il racket delle estorsioni.
‘Martedi’ davanti all’Assemblea regionale diremo chi sono i politici legati alla mafia e agli affari’, ha detto Raffaele Lombardo.
La Procura di Caltanissetta, come aveva fatto ieri quella di Palermo, ha acquisito oggi agli atti dell’inchiesta sulle stragi mafiose del ’92 il libro scritto da Massimo Ciancimino e dal giornalista Francesco La Licata e intitolato “Don Vito”.
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