Delitto Rostagno: quelle parole contro la mafia non ascoltate
Ci sono pagine da sfogliare continuamente.
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Le bandiere tricolore sventolavano al vento di una fredda giornata di marzo nella centralissima P.
Dopo gli attacchi successivi al suo intervento alla manifestazione “A difesa della Costituzione” il Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia ha rilasciato al Comitato a difesa della Costituzione questa dichiarazione: “Rivendico il diritto alla libertà di espressione di un magistrato: quando poi si tratta di riforme che riguardano la giustizia quel diritto diventa un dovere.
Maddalena Rostagno, la figlia di Mauro, il sociologo (fondatore della comunità Saman assieme alla sua compagna Chicca Roveri e all’ex “guru” Cicci Cardella) e giornalista (lavorava presso la tv locale Rtc) ucciso a Lenzi, il 26 settembre del 1988, deponendo mercoledì davanti la Corte di Assise di Trapani ha introdotto due temi che erano finiti […]
Arrivano le scuse da parte del sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, e il giornalista, Rino Giacalone, appellato come “mafioso” decide di ritirare la querela.
In provincia di Caltanissetta, da Gela a Vallelunga Pratameno, diverse sono, ancora oggi, le testimonianze del potere, economico e non solo, alla base del predominio esercitato per decenni dai locali gruppi criminali.
E’ emozionante vedere come il ricordo di Placido Rizzotto e Giuseppe Letizia vive ai giorni nostri; vive nella cooperativa che da dieci anni ne porta il nome e vive nei prodotti Libera Terra distribuiti in tutta Italia e nel mondo”.