Antimafia: regione Sicilia ricorrerà a consulta contro giudice
La Regione siciliana annuncia che ricorrerà’ alla Corte Costituzionale contro il codice antimafia se il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, il 3 agosto, entrera’ in vigore.
La Regione siciliana annuncia che ricorrerà’ alla Corte Costituzionale contro il codice antimafia se il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, il 3 agosto, entrera’ in vigore.
L’11 agosto del 1982 tra i viali dell’ospedale Policlinico di Palermo due killer uccidono il professor Paolo Giaccone, direttore dell’Istituto di medicina legale del capoluogo siciliano e consulente del Tribunale di Palermo.
Il giudice è quindi solo, solo con le menzogne cui ha creduto, le verità che gli sono sfuggite, sono con la fede cui si è spesso aggrappato come un naufrago, solo con il pianto di un innocente e con la perfidia e la protervia dei malvagi.
Era il giugno dello scorso anno, Gaetano Iannì, fondatore della stidda a Gela, tra i primi collaboratori di giustizia fuoriusciti dall’organizzazione rivale di cosa nostra nel territorio nisseno, non si presentava in Corte d’Assise a Caltanissetta per l’avvio di un processo contro tre ex affiliati alla mafia gelese.
Le mosse e gli spostamenti del procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, e del presidente di Confindustria, Antonello Montante, erano segnati su un foglietto di carta trovato in possesso di Pietro Di Vincenzo, il costruttore nisseno, ex presidente regionale dell’Ance, arrestato lo scorso anno per riciclaggio, intestazione fittizia di beni ed estorsione.
Una lapide commemorativa e’ stata installata questa mattina sul lungomare Cristoforo Colombo di Villagrazia di Carini,(Palermo), per ricordare l’omicidio avvenuto il 5 agosto di 22 anni fa dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, incinta di cinque mesi.
Ieri sera, a San Giuseppe Jato, “Soqquadro”, lo spettacolo che Rime ha portato in tournee per tutta Italia, è andato in scena per l’ultima volta.