Vent’anni dopo Falcone, Luigi Ciotti: «la memoria deve diventare responsabilità»
Ci sono voluti vent’anni.
Ci sono voluti vent’anni.
Caro Placido Sono Valentina Fiore della cooperativa Placido Rizzotto Libera Terra, che gestisce beni confiscati alla mafia nell’Alto Belice Corleonese.
Dal Palazzo di Giustizia di Trapani, la ventinovesima udienza del processo in corso per l’omicidio del sociologo – giornalista, Mauro Rostagno, ucciso a Trapani il 26 settembre del 1988 ha avuto inizio.
Sono passati vent’anni da quel fatidico 23 maggio del 1992, quando centinaia di chili di tritolo furono fatti brillare all’altezza di Capaci da un commando di killer di Cosa nostra.
Coordinare le indagini per garantire un flusso costante e aggiornato di informazioni in modo da monitorare il più compiutamente possibile tutti i segmenti del complesso fenomeno mafioso, che all’ombra dell’ondata terroristica avrebbe divorato nel frattempo il paese; garantire un’azione corale della magistratura che non avrebbe esposto singoli ad eventuali e violente azioni ritorsive.
Sabato caldo, ma senza nuvole.
Tonnellate di materiale esplosivo presso lo svincolo di Capaci ,un grande frastuono e la terra che si apre; perdono così la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo insieme ad alcuni agenti della scorta: Antonio Montinaro ,Vito Schifani, Rocco Di Cillo.