Grassi: no al pizzo
La decisione scandalosa del giudice istruttore di Catania, Luigi Russo (del 4 aprile 1991) che ha stabilito con una sentenza che non è reato pagare la “protezione” ai boss mafiosi, è sconvolgente.
La decisione scandalosa del giudice istruttore di Catania, Luigi Russo (del 4 aprile 1991) che ha stabilito con una sentenza che non è reato pagare la “protezione” ai boss mafiosi, è sconvolgente.
La verità e che in dieci anni di ≪azione Antimafia≫ l’unico provvedimento adottato è la legge speciale per le misure di polizia e il soggiorno obbligato.
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli.
Un primo dato certo deriva dalla constatazione che, specialmente negli anni iniziali di Mani Pulite, i meccanismi propri del diritto penale e del processo penale si sono rivelati gli unici strumenti funzionanti sul fronte dell’illegalità nelle strutture pubbliche, a cominciare – ma non solo – dallo scoperchiamento di un «sistema di corruzione» in precedenza ignorato.
«Incredibile è anche l’Italia: e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia.
Io ho un concetto etico del giornalismo.
La mafia è come una congregazione di mutua assistenza che ha suoi uomini in ogni struttura dell’apparato dello Stato e della società dove li infiltra, nell’apparente rispetto della legalità, per ricavarne vantaggi puntando sulla corruzione, sull’omertà, sul rispetto.