Mafiosi devoti per scelta e convenienza
«Questa fede non ce l’ho più, io credo nella famiglia, ma continuo a rispettare le tradizioni e la cultura nella quale sono cresciuto».
«Questa fede non ce l’ho più, io credo nella famiglia, ma continuo a rispettare le tradizioni e la cultura nella quale sono cresciuto».
Fare di più e farlo il prima possibile.
Rendendo dichiarazioni spontanee, all’udienza del 10 gennaio nel processo per il sequestro e l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo ha affermato di non essere “un collaboratore”, Giuseppe Graviano, il boss stragista capo del mandamento mafioso palermitano di Brancaccio.
Sarà riaperta l’inchiesta sul duplice delitto della giornalista Ilaria Alpi e del cameraman Miran Hrovatin avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo del 1994.
«Ogni 15 secondi nel mondo un lavoratore muore per incidente o malattia professionale, ogni giorno circa un milione di lavoratori subiscono un infortunio e si possono verificare oltre 6500 incidenti mortali».
Piercamillo Davigo è oggi giudice presso la Corte di Cassazione.
In un sabato pomeriggio prenatalizio e distratto, la triste notizia è giunta improvvisa nelle redazioni e subito si è diffusa a macchia d’olio, in un silenzioso tam tam fatto di sms, e-mail e telefonate.