Calabria, lo spettro della “verità”
La fame di verità rimane.
La fame di verità rimane.
Il problema dell’inquinamento ambientale della Calabria ha sempre destato in me grandi inquietudini e perplessità su come lo stesso sia stato continuamente affrontato.
Minacce, incendi nei cantieri, intimidazioni.
E’ morto questa mattina all’ospedale di Locri il potente boss di San Luca Antonio Pelle, 77 anni, conosciuto con il soprannome di ‘Ntoni Gambazza.
La pioggia avrebbe potuto essere più clemente invece ha scandito la marcia che ad Amantea, lo scorso sabato, ha riunito cittadini, associazioni, sindacati e istituzioni di Calabria e non solo per chiedere libertà dal traffico internazionale di rifiuti pericolosi e verità sulle navi affondate nel Mediterraneo.
Sarà sentito mercoledì prossimo dai magistrati delle Direzioni distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta che ha parlato dell’affondamento al largo di Cetraro (Cosenza) di una nave contenente 120 fusti con fanghi radioattivi.
“E’ giunta l’ora della verità”, recita così uno dei tanti striscioni che mercoledì scorso ha attraversato il centro di Melito Porto Salvo sulle gambe dei giovani intervenuti alla manifestazione indetta dai comuni dell’Area Grecanica cui hanno aderito Confesercenti provinciale, Ugl Giovani, Azione Giovani, Libera, Legambiente, oltre che scuole, associazioni e cittadini.