“Discrimination is too much” è la scritta che appare sull’asfalto tra i detriti della rivolta iniziata giovedì sera a Rosarno dopo che due diversi gruppi di braccianti immigrati erano stati presi a fucilate da ignoti.

«Organizziamo un ‘no mafià day a Reggio Calabria per farne un ponte virtuale e concreto fra tutti coloro che considerano, in Sicilia, in Calabria e altrove, la lotta alle mafie una questione di civiltà e di democrazia, non solo di tribunali».

 I magistrati della Procura di Catanzaro stanno valutando le attività da svolgere nell’ambito delle indagini sull’attentato dinamitardo di domenica mattina davanti all’ingresso della Procura generale di Reggio Calabria.

«Le proteste di ieri hanno sconvolto tutti per le modalità con cui sono state condotte, ma se andiamo oltre i danni alle auto e i cassonetti incendiati ci rendiamo contro che era solo questione di tempo.

Sei magistrati, tra Procura Generale e Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Dormono in tubi di metallo, vivono in ex fabbriche abbandonate, sono diventati l`occasione per progetti fumosi e strampalati, lavorano per pochi soldi in condizioni durissime.

Quest’Italia bacchettona e razzista ha scoperto finalmente, come svegliata da un sonno profondo, che i migranti sono uomini, molto più uomini di tanti italiani vigliacchi e servili.