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Il modello mafioso
(e la mafia) a Rosarno
“Qui non si vede davvero dove siano finiti i tanti soldi della cocaina che la ‘ndrangheta gestisce in giro per il mondo”.
“Qui non si vede davvero dove siano finiti i tanti soldi della cocaina che la ‘ndrangheta gestisce in giro per il mondo”.
L’aveva chiesto subito dopo, nei giorni della rivolta degli africani, a Rosarno.
Con un discorso intenso e deciso don Luigi Ciotti, dopo aver incontrato il prefetto e il vescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani, ha regalato alla comunità di Isola Capo Rizzuto ciò di cui ha dimostrato di avere più bisogno: un invito all’unità e al superamento di divisioni faziose.
Sembrava un nonno, un parente accorso da lontano per portare sostegno a chi vive un dolore troppo grande per poterlo sostenere da solo.
Solidarietà all’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, attualmente eurodeputato, e ai quattro pm antimafia finiti nel mirino dei boss in Sicilia.
Concedere il permesso di soggiorno agli immigrati irregolari che si trovavano a Rosarno e che dopo gli incidenti del 7 gennaio sono stati portati nei centri di accoglienza di Crotone e Bari.
Per governare il fenomeno dell’immigrazione ed evitare scoppi di violenza come quelli di Rosarno, occorrono “ordine e legalità”, garantire i flussi di ingresso legale, lavorare per una effettiva integrazione degli immigrati, che è compito degli enti locali “ai quali lo Stato deve fornire risorse sufficienti”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definendo “molto […]