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Una marcia tutta da raccontare

Di Elisa Marincola il . Progetti e iniziative

Era nell’aria, da anni ragionavamo sulla necessità di fare il salto, cominciare a informare noi su noi stessi, sul movimento e i costruttori di pace, sulla marcia e il lavoro quotidiano, dimenticato, delle migliaia che filano legami con il mondo e, anche in Italia, tessono trame per ricostruire quel tessuto di valori, indispensabili alla convivenza civile. Una scelta, quella di trasformarsi in reporter, che ha conquistato spazio crescete, soprattutto tra i più giovani. Oltreoceano da anni si parla e si pratica il “citizen journalism”, la produzione di materiali video, foto, o articoli che raccontino realtà altrimenti oscurate, o forniscano versioni non compatibili con un’informazione ufficiale distratta o troppo dipendente dalle fonti ufficiali. Una diffusione sviluppatasi e cresciuta grazie anche e soprattutto, all’utilizzo massiccio di nuove tecnologie, dalla quasi dipendenza per il web. 

In Italia, ci si è arrivati in ritardo, ma ormai è realtà anche qui, i social network sono stati tramite importante, come la condivisione di file su youtube è quotidianità tra i ragazzi e non solo. Ma in Italia, più che altrove, almeno in Europa, c’è anche il fattore di un mondo dei media, tv in primis, univoco, con pochi spazi di eccezione e bloccato dai veti della politica. Lo si è visto nella recente campagna elettorale, con la sospensione di trasmissioni di informazione e discussione, condivisibili o meno, che comunque rappresentavano finestre sul confronto politico. 
Ma proprio la reazione a questa prepotenza ha reso possibile non solo produrre una serata “fai da te” come quella di Santoro, ma trasformare questa modalità di comunicazione alternativa in un evento in sé, che i media tradizionali non possono più ignorare.se Naturalmente, resta poi il problema del contenuto, ma se funziona il modo, essenzialmente la partecipazione trasversale di tanti media non convenzionali alla creazione e diffusione dell’evento, anche il messaggio acquista una ricchezza specifica. Questo è in sintesi il succo delle riflessioni che ci accomunavano quando, insieme, realtà diverse unite in un cammino comune, ci siamo detti che valeva la pena provarci, perché c’era l’opportunità delle nostre capacità professionali, dei tanti giovani che sono entrati da protagonisti a far parte di questo bel comitato organizzatore della Perugia-Assisi 2010, della consapevolezza che gli spazi informativi ufficiali si sono ridotti ma lo stesso non è accaduto per l’interesse delle tante persone che sperano e lavorano per un’altra cultura. 
E poi, c’è, appunto, internet, i nostri siti, fonte di informazione quotidiana, di pubblicazione di inchieste e dossier, di diffusione di notizie sul mondo. E così diventa possibile mettere in rete le tante cose che verranno autoprodotte, e in tanti formati differenti, per tutti gli usi. Così abbiamo lavorato a costruire una redazione davvero multimediale, che curasse i testi, raccogliesse materiale fotografico, producesse video e diffondesse servizi radio, fino a organizzare il formato più includente per quanti non potranno essere al forum di perugina e non marceranno fino ad Assisi, ma ci saranno con il cuore e con la mente: la diretta in streaming, audio e video, degli eventi principali, delle plenarie di apertura e chiusura, e della conclusione della Marcia, il pomeriggio di domenica 16 maggio, dal palco della rocca di Assisi. 
Un gruppo eterogeneo, in cui lavorano fianco a fianco giornalisti Rai (Rainews24 è partner effettivo dell’iniziativa, darà spazi di diretta e approfondimento come è nella sua tradizione, ma anche RaiTre e Tg3 faranno la loro parte) e colleghi di circuiti radio indipendenti, da Radio Popolare a Amisnet, agenzia per le radio comunitarie, a RadioPhonica, ma anche una rete tv sperimentata come Arcoiris e una realtà tv appena nata, Libera Tv, e quell’importante Osservatorio su informazione e mafie che è LiberaInformazione, con la sua redazione di giovani e agguerriti reporter, e, naturalmente, le redazioni di Libera e della Tavola della pace, che da tempo sperimentano la necessità di scavalcare i mezzi d’informazione lanciando notizie, poi sempre più di frequente ripresi da quegli stessi mezzi. 
Su questa via, il passo successivo è stato quasi ovvio: coinvolgere i futuri partecipanti alla Marcia anche nella diffusione del messaggio e nell’allargamento della mobilitazione, in due modi: da un lato nella promozione dell’evento, con l’appello Invita tu alla Marcia Perugia Assisi, per la creazione di spot audio e video, cartelli pubblicitari e quant’altro, da duffindere preferibilmente su web con facebook, twitter e Youtube. E poi, per comunicare la marcia vera e propria, abbiamo lanciato il concorso Diventa anche tu Reporter per la pace, un invito ai giovani giornalisti a trasformarsi in reporter “embedded” ma questa volta tra la gente di pace e non tra militari e carri armati. Una strategia che sembra voler fare a meno della stampa ufficiale, Ma così non è. Anzi, semmai, la nostra mobilitazione, perché di questo si tratta, vuol essere uno stimolo ai tanti colleghi giornalisti che pure non accettano di chiudere gli occhi, a fare un passo avanti. 
Per questo, il lavoro del nostro gruppo si affianca alla campagna centrale di questa edizione della Marcia: T’illumino di più, un invito ad accendere i riflettori sui drammi dimenticati anche di casa nostra e del mondo, ma anche sulle storie positive, sui costruttori di pace che dimostrano con i fatti che “un’altra cultura è possibile”. A partire proprio da quello che dovrebbero essere i cani da guardia al servizio dei diritti dei cittadini: i giornalisti.

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