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La ‘ndrangheta in Emilia Romagna, la Dia sequestra beni per oltre 10 milioni di euro

Redazione il . Criminalità, Economia, Emilia-Romagna, Lavoro, Mafie, Società

La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha sequestrato in esecuzione di un provvedimento di prevenzione emesso d’urgenza dal locale Tribunale su proposta del Procuratore della Repubblica Distrettuale Antimafia di Bologna, beni mobili ed immobili e società, per un valore complessivo stimato in circa 10.500.000,00 euro ad un esponente di rilievo di un sodalizio di matrice ‘ndranghetistica, attivo nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza e storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR).

Il proposto, trasferitosi dal 1977 nel capoluogo emiliano ove ha cointeressenze in imprese edili ed immobiliari, è stato tratto in arresto il 28.01.2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia” unitamente ad altre 202 persone per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. in quanto appartenente alla citata organizzazione criminale ed è attualmente detenuto.

La figura del proposto ha assunto particolare rilievo per il fondamentale ruolo di raccordo svolto tra la cosca mafiosa ed esponenti delle Istituzioni locali consentendo in tal modo il rafforzamento e l’espansione economica del sodalizio.

Il decreto di sequestro ha interessato n. 57 immobili tra cui una villetta di pregio a Reggio Emilia, capannoni industriali e terreni situati in Emilia Romagna e Calabria, n. 1 società immobiliare, n. 5 mezzi commerciali e autovetture ed oltre 50 rapporti bancari accesi in numerosi istituto di credito.

Il Tribunale già nel 2020 aveva disposto la misura della Sorveglianza Speciale di P.S. per la durata di 5 anni da eseguirsi dopo l’espiazione della condanna di 10 anni ed 8 mesi comminati in via definitiva dalla sentenza della Corte di Appello di Bologna del 17.12.2020, passata in giudicato il 07.05.2022.

Fonte: Direzione Investigativa Antimafia

 

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