Lo stato della criminalità in Ungheria
Anche in Ungheria il passaggio, avvenuto anni fa, alle nuove strutture politiche e di libero mercato ha avuto come conseguenza indesiderata l’abbassamento del tenore di vita per molti e un aumento della disoccupazione e della povertà.
Oltre naturalmente alla nota situazione di transizione che ha favorito lo sviluppo della criminalità organizzata e di altre forme di illegalità. Così si è registrato negli anni un vero boom della domanda di cocaina, hashish, marijuana Lsd e, quindi dell’offerta, favorita dall’apertura delle frontiere nel 1990.
Il paese oggi, risalita la china della crisi economica e sociale, vive una situazione di stabilità politica che consente di affrontare con maggiore attenzione i problemi che si prospettano, Tra questi lo spaccio e il consumo di stupefacenti.
Già dagli anni Settanta si era sviluppata, tra i giovani, la moda di usare miscele psicotrope di medicinali e alcol o di inalare collanti. Con l’apertura delle frontiere si era diffuso il consumo di ben altre sostanze; d’altra parte la posizione geografica del paese lo ha reso territorio di transito ideale per la famigerata rotta balcanica.
Negli ultimi anni, tuttavia, l’aumentata pressione dei flussi migratori ai confini del paese ha indotto il governo a costruire vere e proprie barriere finalizzate al respingimento degli stranieri e questi pressanti controlli hanno indotto i trafficanti di stupefacenti, in particolare dell’eroina, a bypassare il paese.
Già nel 2018 avevamo riferito dei modesti quantitativi di droghe sequestrati dalla polizia ed anche gli ultimi dati (sono del 2020) della relazione EMCDDA di Lisbona (l’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze) confermano il punto: 41kg di eroina sequestrati, 12kg di cocaina,83kg di hashish, poco più di 50mila pillole di mdma, mda (amfetamine), 48 i decessi indotti dagli stupefacenti.
Diminuito negli ultimi anni anche il numero dei reati (nel 1990 si registrò l’aumento abnorme e nel 1991 si ebbe l’apice degli omicidi con vittime per lo più appartenenti a bande criminali).
Accanto ai criminali ungheresi interessati ad un ventaglio estremamente vario di “affari”, operano gruppi delinquenziali di immigrati tra i quali gli albanesi del Kosovo, a struttura piramidale, gruppi romeni di etnia zingana dediti in particolare a furti e rapine, sodalizi bulgari e cinesi.
L’attività incisiva di controllo del territorio da parte della polizia, accentuatasi in particolare durane il lungo governo del primo ministro Viktor Orban, ha portato, come accennato, ad un calo dei delitti e ad un maggior controllo della criminalità in generale.
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