I giornalisti Clément Di Roma e Carol Valade hanno ricevuto il Premio Daphne Caruana Galizia 2022 per il documentario “The Central African Republic under Russian influence”.
Il documentario è una coproduzione Découpages/Arte G.E.I.E ed è stato inizialmente trasmesso su Arte Reportage in francese, tedesco e inglese, e successivamente su France 24 e pubblicato sul quotidiano francese Le Monde.
La cerimonia di premiazione si è tenuta nella sala stampa Daphne Caruana Galizia del Parlamento europeo a Strasburgo. Ad aprirla, la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la Vicepresidente responsabile del Premio, Pina Picierno, e Anthony Bellanger, Segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti nonché rappresentante dei 29 membri della giuria europea indipendente.
La Presidente Metsola ha dichiarato: “Il Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo manda un messaggio forte: il Parlamento europeo sta dalla parte della verità, della giustizia e del giornalismo indipendente (…) Una democrazia forte ha bisogno di una stampa forte. E non c’è democrazia senza libertà di stampa. In Europa, diritti e libertà rappresentano degli obiettivi per i quali ci battiamo, non degli ostacoli”.
Dal 3 maggio al 1° agosto 2022, oltre 200 giornalisti provenienti dai 27 paesi dell’Unione hanno presentato le loro storie alla giuria. La giuria ne ha selezionate 11, prima di decretare il vincitore assoluto.
I vincitori
Clément Di Roma è un corrispondente video e fotoreporter per France24 in Ruanda. Ha iniziato la sua carriera nel 2019 come reporter per l’agenzia France Presse in Senegal. Dal 2020 al 2022, ha lavorato nella Repubblica Centrafricana come corrispondente per France24 e TV5Monde, per seguire sul posto la crisi elettorale e gli attacchi armati di una coalizione di ribelli contro la capitale Bangui. L’anno seguente, ha diretto con Carol Valade il documentario vincitore del premio odierno: “The Central African Republic under Russian influence/Centrafrique: le soft power russe” (La Repubblica Centrafricana sotto l’influenza russa / Il soft power russo in Repubblica Centrafricana”).
Carol Valade è un giornalista multimediale con esperienza decennale sulle questioni africane. Nel 2018, si è trasferito nel continente e ha collaborato come corrispondente per RFI, AFP, TV5-Monde, Radio France, Le Monde e altri media internazionali. Ha percorso tutta l’Africa occupandosi della crisi politica in Guinea e della recrudescenza dell’epidemia di Ebola. Ha poi indagato sui massacri del 28 settembre 2009 e documentato l’adattamento ai cambiamenti climatici e la scomparsa degli elefanti. Si è poi stabilito nella Repubblica Centrafricana per seguire le conseguenze della guerra civile e l’influenza russa.
Il documentario
Si tratta del primo documentario di Clément Di Roma e Carol Valade, e rappresenta il punto d’arrivo del loro lavoro in qualità di corrispondenti nella Repubblica Centrafricana nel 2020. Il paese stava attraversando un’ondata di violenze e abusi scatenata da una nuova ribellione, in parte combattuta dai battaglioni Wagner, esercito ombra al servizio degli interessi del Cremlino. I due reporter hanno svolto indagini, filmato e lavorato come corrispondenti di diversi media internazionali, malgrado la sorveglianza dei mercenari russi e una predominante ostilità nei confronti dei media francesi.
Hanno inoltre portato avanti il lavoro di tre colleghi russi, Orhan Djemal, Kirill Radchenko e Alexander Rasstorguyev, assassinati nella Repubblica Centrafricana mentre indagavano sui battaglioni Wagner nel 2018. La loro principale preoccupazione è stata proteggere le loro fonti, in particolare quelle che denunciano i crimini dei mercenari, in un paese dove le sparizioni degli oppositori sono all’ordine del giorno. Dopo diversi mesi di indagini, sono riusciti a guadagnarsi la fiducia degli agenti della propaganda russa nella Repubblica Centrafricana, le cui voci non erano mai state ascoltate in precedenza. Senza pregiudizi, il loro documentario offre una testimonianza delle vittime dei mercenari ma anche dei loro sostenitori, per comprendere meglio i metodi di questa presa di potere, facilitata dal risentimento nei confronti della Francia. I due autori hanno voluto dare voce a ogni posizione di questo altro fronte del conflitto con la Russia che ora si sta estendendo al Sahel, sia sul piano militare sia su quello della disinformazione.
Il Premio Daphne Caruana Galizia
Il Premio Daphne Caruana Galizia è stato istituito nel dicembre 2019 su decisione dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, in riconoscimento a Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa e blogger maltese anticorruzione assassinata nel 2017 in un attentato con autobomba.
Il Premio è assegnato ogni anno (in occasione dell’anniversario dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia) per riconoscere i meriti di un giornalismo che promuove e/o difende i principi e i valori fondamentali dell’Unione europea come la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e i diritti umani.
I giornalisti professionisti o gruppi di giornalisti professionisti di qualsiasi nazionalità possono presentare opere di approfondimento, pubblicate o trasmesse dai media con sede in uno dei 27 Paesi UE. L’obiettivo è promuovere e sottolineare l’importanza del giornalismo professionale nella salvaguardia della libertà, dell’uguaglianza e delle opportunità.
La giuria indipendente è composta da rappresentanti della stampa e della società civile dei 27 paesi e da rappresentanti delle principali associazioni europee di giornalismo.
Il premio, e il relativo importo di 20.000 euro, sono una testimonianza del forte sostegno del Parlamento europeo al giornalismo investigativo e alla libertà di stampa.
Nell’ottobre 2021, il Premio Daphne Caruana per il giornalismo è stato assegnato ai giornalisti coordinati dal Consorzio Forbidden Stories (Storie Proibite) per l’indagine sul Progetto Pegasus.
Chi era Daphne Caruana Galizia?
Daphne Caruana Galizia era una giornalista, blogger e attivista anticorruzione maltese. È stata autrice di numerose inchieste sulla corruzione, il riciclaggio di denaro, la criminalità organizzata, la vendita della cittadinanza e i legami del governo maltese con i Panama Papers. Dopo una serie di molestie e minacce, è rimasta uccisa nell’esplosione di un’autobomba avvenuta il 16 ottobre 2017. Le proteste per la gestione dell’indagine di omicidio da parte delle autorità hanno poi portato alle dimissioni del Primo ministro Joseph Muscat. Nel dicembre 2019, di fronte alle lacune nelle indagini, i deputati hanno chiesto l’intervento della Commissione europea.
Fonte: Parlamento Europeo, Ufficio Stampa
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Parlamento Ue: premio Daphne Caruana Galizia a Carol Valade e Clément Di Roma. Inchiesta sulla propaganda russa in Centrafrica
I giornalisti Carol Valade e Clément Di Roma sono i vincitori della prima edizione del Daphne Caruana Galizia Price attribuito ai giornalisti europei che eccellono nella promozione dei valori fondanti dell’Ue.
La consegna è avvenuta oggi a margine della sessione plenaria del Parlamento Ue in corso a Strasburgo, alla presenza – tra gli altri – di Matthew Caruana Galizia, il figlio della giornalista maltese di cui, proprio in questi giorni, ricorrono i cinque anni dell’uccisione.
“Sono molto onorato di essere stato scelto – racconta al Sir, Carol Valade, che ha ritirato il premio a nome dei due autori –. Questo è per me un grande onore, ma anche una grande responsabilità perché mi fa pensare a tutti i colleghi che hanno dato la vita facendo il proprio lavoro. Penso all’Ucraina, al Mali ma anche alla Repubblica Centrafricana dove abbiamo svolto questa inchiesta”.
I due giornalisti sono stati premiati per un lavoro che racconta l’influenza della propaganda russa nel Paese, ad opera in particolare del gruppo di mercenari Wagner, confluito in un documentario andato in onda sulla tv franco-tedesca Arte (Centrafrique: le soft power russe) e pubblicato sul quotidiano francese Le Monde.
Un lavoro, spiega il giornalista, nato “sulla scia dell’uccisione, nel 2018 in Centrafrica, di tre giornalisti russi che stavano indagando proprio sul ruolo giocato dal gruppo Wagner nella guerra”. “Il significato di questo premio per me è proprio questo: insieme vogliamo infatti dire che se uccidi un giornalista ci sarà sempre qualcun altro che continuerà il suo lavoro”. La consegna del premio è avvenuta al termine di un seminario sulla libertà di stampa in Unione europea.
Fonte: AgenSir