Palermo 7/10, presentazione del libro “Albicocche e sangue”
Venerdì, 7 ottobre, ore 10,00
Villa Trabia, Palermo – Via Antonio Salinas, 3
Presentazione del libro di Francesca Bommarito
La strage mafiosa di via Scobar 22, Palermo: tre carabinieri uccisi, uno era mio fratello Giuseppe
con la prefazione di Nino Di Matteo
Iod edizioni
Introduce e modera Jamil El Sadi, giornalista di Antimafia Duemila
Interverranno
Leonardo Guarnotta, Magistrato
Francesca Bommarito, Autrice
Lettura di brani del libro a cura del movimento culturale Our Voice.
Performance degli studenti del Liceo Scientifico Statale “Ernesto Basile” di Palermo “Il Coraggio di Essere Liberi”a cura di Serafina Moncada, progetto “LegalMente”
L’evento è organizzato dall’Associazione Giuseppe Bommarito Contro le Mafie e da IOD edizioni.
In collaborazione con: l’Arma dei Carabinieri, Comune di Palermo, Sistema Bibliotecario, Città che legge, Turismo Sicilia, Istituto Superiore Majorana di Palermo, Liceo Scientifico Statale “Ernesto Basile”, I Sicaliani Cooperativa Sociale.
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Albicocche e sangue
Il 13 giugno 1983, a Palermo in via Scobar 22, vengono uccisi tre carabinieri, uno è mio fratello Giuseppe.
Francesca Bommarito
È lunedì, sono circa le ore 20, quando il capitano Mario D’Aleo, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Monreale, prende posto sull’ auto militare accanto all’autista, il carabiniere Pietro Morici, per recarsi a Palermo, dove vive con la sua compagna Antonella. Sul sedile posteriore sinistro siede l’appuntato Giuseppe Bommarito. La Fiat Ritmo, blu militare, con i tre carabinieri a bordo, da viale della Regione Siciliana imbocca la via Scobar e si ferma al civico 22. Mancano pochi minuti alle 20.30. Il capitano scende. Ha in mano un cestino con delle albicocche, che Bommarito ha raccolto per lui in campagna, e il giornale «L’Ora» di Palermo. All’improvviso, una scarica di colpi di arma da fuoco lo colpisce. Pietro viene colpito mentre con le mani tiene il volante; per ultimo, con un colpo di lupara alle spalle, viene ucciso Giuseppe. Antonella, compagna del capitano D’Aleo, è tra i primi a vedere quei poveri corpi martoriati senza più vita. Le albicocche sparse per terra attutiscono con il loro intenso profumo quello del sangue.
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