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Verso la cooperativa “Le Terre di Don Diana”

Di Liardo - Ferrara il . Campania

Importanti passi avanti portano in Campania verso la costituzione di una cooperativa che nascerà sui beni confiscati ai boss della camorra. Il conto alla rovescia è scaduto il 31 marzo e la chiusura del bando, pubblicato quasi un mese fa, ha dato numeri, volti e storie, importanti per quel territorio soffocato dalla presenza dei clan e dei loro affari illegali. ” A partecipare al bando per la nascente cooperativa “Le Terre di Don Diana” – dichiara infatti il responsabile dell’osservatorio sui beni confiscati nel casertano, Mauro Baldascino – sono stati ben 168. La coop. sarà inserita nel circuito di
Libera Terra, e gestirà un caseificio e terreni agricoli confiscati
alla camorra nei comuni di Cancello ed Arnone, Carinola, Castel
Volturno, Pignataro Maggiore e Teano”.

La nascita di questa realtà si inserisce all’interno del progetto “La
mozzarella della legalità”, finanziato dalla Fondazione per il Sud.
Trasformare queste terre, confiscate a spietati criminali, nelle “Terre
di don Peppe Diana”, per  “costruire
comunità alternative alle mafie è il sogno  – dichiarano gli organizzatori del bando pubblico – di quanti, in questi anni,
hanno tenuta accesa la fiaccola della memoria del giovane sacerdote
ucciso dalla camorra nella sua chiesa”.

Nel casertano, cuore della
potente mafia dei clan dei casalesi, protagonista attiva del mondo
criminale italiano, con proiezioni nazionali ed internazionali, si continuano dunque a fare importanti passi avanti verso la nascita di un concreto simbolo di riscatto sociale. Una terra che, seguendo l’esempio di
don Peppe Diana (cui è intitolata la cooperativa), il sacerdote di Casal di Principe ucciso da sicari
camorristi nel marzo del 1994, non solo ha imparato a non tacere ma ha scelto di continuare questa battaglia per la legalità, nel segno dell’impegno civile quotidiano, 365 giorni, ciascuno con a partire dalle proprie competenza, abilità e responsabilità.

“I partecipanti al bando – sottolinea Baldascino – seguiranno corsi di formazione nei prossimi mesi con l’obiettivo di integrare e selezionare le cinque figure professionali che andranno a costituire la cooperativa”. Il percorso è appena iniziato per tutti loro e già la numerosa presenza all’interno di questo progetto è già un grande segnale che viene dalla società responsabile  campana che non si rassegna e sceglie di diventare protagonista dei propri cambiamenti, per una comunità alternativa a quella “governata” dalle mafie.

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