Smantellata dalla Dda campana una organizzazione camorristica operante nel Lazio
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E’ stata una imponente operazione
di polizia che ha visto impiegati centinaia tra poliziotti e
finanzieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia
della Procura della Repubblica di Napoli e affidata alle
Questure di Latina e Roma e al G. I. C. O. del Nucleo di
Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma.
L’indagine, durata oltre due anni, ha permesso di
smantellare un’ organizzazione camorristica facente capo al
clan Mallardo di Giugliano in Campania a nord della città di
Napoli, inserito nel cartello criminale denominato Alleanza di
Secondigliano.
Dodici sono stati i provvedimenti
restrittivi a carico di altrettante persone residenti in
Campania e nel Lazio, ritenute responsabili di associazione a
delinquere di stampo camorristico finalizzata al controllo di
attività economiche, al riciclaggio e reimpiego di capitali
di provenienza illecita. Su disposizione dei magistrati
campani sono stati sequestrati centinaia di terreni,
fabbricati e locali commerciali, decine di conti correnti
bancari, auto e moto, imbarcazioni e polizze assicurative per
un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro.
Nello
specifico: 30 società, 198 terreni, 456 fabbricati, tra i
quali una villa e 71 locali commerciali, 49 rapporti bancari,
27 tra auto e motoveicoli, due imbarcazioni e due polizze
assicurative. L’indagine, ha permesso di rilevare due holding
imprenditoriali, attive soprattutto nel settore dell’edilizia,
nelle province di Roma, Latina e Napoli, gestite direttamente
da esponenti del clan o attraverso prestanomi locali.
Tutte persone collegate al clan
camorristico Mallardo ,il cui capo clan è Francesco
Mallardo, 59 anni, referente di un patto con le altre cosche
criminali dei Licciardi e dei Contini che hanno dato vita
al potentissimo cartello criminale dell’Alleanza di
Secondigliano, nel quale lo stesso Mallardo ha sempre avuto un
ruolo centrale. Il boss fu arrestato il 29 agosto del 2003 a
Nola, nel Napoletano, sull’autostrada A30 al termine di un
inseguimento delle forze di polizia. Al momento della cattura
era considerato uno dei cinque super latitanti della
camorra.
Ancora una volta per quanto riguarda la regione
Lazio è di particolare rilievo il sequestro delle aree
ex Desco di Terracina e Madonna delle Grazie di Fondi che
dimostrano come in queste due città sia intensa
l’attività economica ed imprenditoriale dei clan, favorita
anche da pezzi della politica che non solo negano il fenomeno
del radicamento mafioso ma che spesse volte lo favoriscono.
L’indagine, durata oltre due anni, ha permesso di evidenziare
l’attività di due holding imprenditoriali, operanti tra le
province di Roma, Latina e Napoli nel settore dell’edilizia
facenti capo a clan mafiosi campani che hanno ottenuto,specie
nel Lazio,complicità locali su cui sono in corso ulteriori
accertamenti da parte della DDA napoletana. Il tutto conferma
come il ciclo del
calcestruzzo ed il settore
immobiliare ma anche le attività più tradizionali come
l’usura, il
riciclaggio, lo spaccio ed il traffico di
droga siano il business delle mafie a Roma e nel Lazio.
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