La camorra non ferma la Masseria Ferraioli
Ancora intimidazioni, ma il lavoro nel bene confiscato alla famiglia Magliulo di Afragola va avanti, nonostante i tanti ostacoli posti dalla criminalità, e non solo
Non era bastata la richiesta di pizzo prontamente rispedita al mittente, non è servita nemmeno la mobilitazione e la vicinanza di organizzazioni sociali, innanzitutto la Cgil Campania, e di tanti cittadini e cittadine che sabato 28 maggio sono andati ad Afragola per star vicino ai volontari e alle volontarie della Masseria Antonio Esposito Ferraioli. È di due giorni fa il ritrovamento della catena posta a chiusura del cancello del cantiere per i lavori di ristrutturazione di una parte del bene, segata. Ma anche questa volta sarà stato tempo sprecato.
“Noi andiamo avanti, come facciamo da anni tra tante cose belle fatte e alcune ombre”. Ad affermarlo è Giovanni Russo, direttore della Masseria intitolata ad Antonio Esposito Ferraioli, addetto alla mensa della Fatme di Pagani che per difendere il diritto dei suoi colleghi a un nutrimento sano, cominciò a indagare sulla provenienza della carne che arrivava in cucina, e fu ucciso nell’agosto del 1978.
La Masseria è nata in un bene confiscato al clan Magliulo di Afragola, ed è costituita da un fabbricato rurale non agibile di mille metri quadrati e dodici ettari di terreno agricolo, che costituiscono il bene più grande dell’area metropolitana di Napoli. È affidata alle “cure” e alla gestione di una Associazione Temporanea di Scopo che dal 1° marzo 2017 è assegnataria del Bene Confiscato che oggi è ampiamente conosciuto come “Masseria Ferraioli”. L’A.T.S. gestrice è composta da: Consorzio Terzo settore, Cgil Napoli, Associazione Sott’e’ncoppa, Cooperativa Giancarlo Siani e Cooperativa L’uomo e il Legno.
“Le attività che portiamo avanti – racconta Russo – puntano a ricostruire legami sociali, lavoro, giustizia e solidarietà. Il bene è intitolato alla memoria di Antonio Esposito Ferraioli, vittima innocente della criminalità, perché al centro del nostro progetto ci sono i diritti e il tema del riscatto collettivo che passa dal lavoro di qualità, elementi che hanno caratterizzato la breve vita di Tonino. Il percorso di riutilizzo sociale ha intrapreso la strada del coinvolgimento della comunità locale attraverso diverse azioni che hanno coinvolto prima di tutto i cittadini, emblematica è la bellissima esperienza dei 308 orti urbani affidati ad altrettanti cittadini, famiglie e associazioni del territorio”.
Altrettanto significativo lo sviluppo del progetto del “Museo vivente della biodiversità” con 1704 alberi di 15 varietà diverse: ha come obiettivo quello di praticare la memoria, da un lato attraverso il recupero delle tradizioni agricole locali e la valorizzazione della biodiversità, dall’altro attraverso la memoria delle vittime innocenti di mafia a cui sono intitolati i diversi filari. Un altro obiettivo della Masseria è il plastic free.
“Inoltre – aggiunge ancora il direttore – crediamo fortemente che i progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentino, come nel caso della Masseria, un antidoto per contrastare e prevenire, tra l’altro, il fenomeno dei roghi tossici da noi più volte denunciati. Uno degli elementi che si ritrova sempre nei casi di smaltimento illecito di rifiuti è la totale assenza di controllo del territorio. Tornare a presidiare posti altresì abbandonati e prendersene cura permette di vigilare e denunciare eventuali reati, ma soprattutto permette di eliminare le condizioni per le quali si verificano”.
Certo le attività della Masseria proprio non vanno giù, non solo a chi si ritiene defraudato di una propria proprietà, ma anche a chi si muove meglio nella zona grigia del malaffare. Gli ostacoli lungo la strada della Masseria sono stati e sono non pochi. È ancora Russo a parlare: “A cavallo tra le amministrazioni Tuccillo e Grillo abbiamo collaborato con il Comune di Afragola alla presentazione di un progetto per la ristrutturazione della Masseria nell’ambito del Pon Legalità del ministero dell’Interno. Il Comune è risultato beneficiario di un finanziamento di 1 milione 497 mila euro che vede, il 12 giugno 2018, la sottoscrizione di un contratto di assegnazione tra il ministero dell’Interno e il Comune di Afragola che dà ufficialmente il via al progetto. Per oltre 36 mesi non si sono avute notizie del progetto, nonostante innumerevoli richieste formali e non. Il cantiere si sblocca solo a settembre 2021 grazie all’intervento del prefetto di Napoli, Marco Valentini. A oggi il cantiere prosegue lento e vi è un cronoprogramma che prevede la chiusura dei lavori a luglio 2022, ma è lapalissiano che ciò non potrà avvenire”.
E non finisce qui, siamo al paradosso che una porzione di territorio del fondo è ancora di proprietà della famiglia malavitosa: “Nell’atto di concessione del Bene Confiscato il Comune ci indica l’assegnazione della particella 105 come ‘al 50 per cento’, poiché essa è restata, nell’ambito del provvedimento di confisca, parzialmente in possesso dei Magliulo. Sin dai primissimi giorni di gestione del Bene la situazione dei confini risulta molto controversa e incerta. La particella 105 comunque riveste un ruolo importante essendo sia pari a un’estensione superiore ai 20 mila metri quadri (due ettari), sia perché è interessata dal progetto che prevede la costruzione di nuovo svincolo autostradale in danno a Ikea che ha perso una causa fino all’ultimo grado di giudizio al Consiglio di Stato con il Comune di Afragola e quindi dovrà realizzare il nuovo svincolo autostradale della Napoli-Bari”.
E se tutto questo può sembrar poco, e certamente non lo è, gli episodi delle scorse settimane sono solo gli ultimi avvertimenti: Russo infatti racconta: “Il primo ottobre 2020, ho rinvenuto 21 colpi a salve esplosi nel piazzale antistante la Masseria. Dopo la denuncia e la comunicazione di questo episodio, il 3 ottobre abbiamo trovato altri 9 colpi a salve esplosi nello stesso punto. Tutto questo è, a mio avviso, la punta di un iceberg ben più grande. Gli atti amministrativi compiuti in questi anni da taluni dirigenti, le mancate risposte, tanto dei rappresentanti politici quanto di quelli amministrativi, sono chiaramente volti a ‘fiaccare’ le attività in essere della Masseria Antonio Esposito Ferraioli. Gli interessi riguardano tanto l’area della Masseria e il potenziale economico che, come abbiamo dimostrato, può esprimere, quanto, a mio avviso, lo svincolo autostradale che deve realizzare Ikea”.
Gli operatori e i volontari della Masseria non solo soli. Il 28 maggio erano davvero in tanti a manifestare la propria vicinanza, tra questi anche Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Campania: “Oggi siamo ad Afragola per ribadire che la Masseria Antonio Esposito Ferraioli è un bene della collettività e, per la Cgil che la sostiene, rappresenta l’occasione di riscatto di un territorio e di una città che ha sofferto per anni la presenza della malavita e del malaffare. Non ci faremo intimidire da episodi estorsivi: saremo qui ogni volta che sarà necessario, anche tutti i giorni, per difendere questa realtà dall’attacco della criminalità”.
* Collettiva, 06/06/2022
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