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Ragusa, due condanne in primo grado per diffamazione ai danni di Paolo Borrometi

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Le sentenze emesse il 30 e il 31 maggio 2022 in due distinti processi. In un caso il giudice ha considerato non solo il tenore diffamatorio dei messaggi pubblicati sul web ma che, a scriverli, si sia messa in atto “un’azione da ‘branco’, tutti contro uno” che ha riguardato la sfera personale e professionale del giornalista.

Due sentenze di condanna in primo grado emesse tra il 30 e il 31 maggio dai giudici monocratici del Tribunale di Ragusa in due distinti processi per diffamazione aggravata commessa in danno del giornalista Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e direttore del sito online di inchiesta giornalistica “La Spia”.

Il 30 maggio il giudice ha condannato Cristina Cilenti giudicata colpevole per diffamazione aggravata. La donna è stata condannata alla pena pecuniaria anziché detentiva, di 1.000 euro di multa, al risarcimento alla parte civile oltre alla liquidazione delle spese del difensore di parte civile, Luca Licitra. La donna aveva commentato un post diffamatorio scritto da altra persona in relazione ad un articolo del giornalista Borrometi, scrivendo: “È un grandissimo pezzo di merda che scrive solo minchiate su gente tranquilla e pure padri si famiglia” ed aggiungendo “Come immagine di copertina dovrebbe mettere il silenzio e di cu si fa i fatti suoi”.

Il giudice ha considerato non solo il tenore diffamatorio dei messaggi ma che, a scriverli, si sia messa in atto “un’azione da ‘branco’, tutti contro uno” e che ha riguardato la sfera personale e professionale del giornalista.

Il 31 maggio è scattata la condanna anche per l’avolese Gaetano Tiralongo in un altro procedimento. Il giudice lo ha ritenuto colpevole di diffamazione aggravata e lo ha condannato alla multa di 700 euro, al pagamento delle spese processuali, e della parte civile oltre al risarcimento danni alla parte civile.

Tiralongo aveva postato una serie di commenti scaturiti dall’articolo dal titolo “Sebastiano Casto ordina e minaccia. Ecco chi è Casto!” poi approfondito con un altro articolo dal titolo: “Ha provato a estorcere denaro davanti ai miei occhi. Dopo il nostro articolo la testimonianza coraggiosa”, scrivendo “siti infami e curnuti appatentati la spia…(omissis) lasciate le persone in santa pace cessi e spazzatura”, aggiungendo una serie di altri insulti rivolti anche ai familiari di Borrometi. (Agi)

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