15 marzo: insieme a Bari per ricordare e costruire
Granelli di sabbia scivolano via da una clessidra che misura il tempo, quello passato ma soprattutto quello che dalla memoria riparte. Lo spot realizzato dai ragazzi del Marano ragazzi spot festival ha aperto ieri la conferenza stampa di presentazione della XIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafie a Roma presso la sede Rai di viale Mazzini.
“Li ricorderemo tutti, ma proprio tutti, il prossimo 15 marzo a Bari in Puglia, terra generosissima e ricca di belle realtà che ha pagato un caro prezzo nella lotta contro le mafie”. Così il Presidente di Libera Don Luigi Ciotti racconta la giornata che Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie anche quest’anno dedicherà al ricordo di tutte le vittime di mafia. Il tradizionale appuntamento con il 21 marzo primo giorno di primavera, infatti, si svolgerà il 15 marzo a causa della coincidenza temporale con il venerdì santo. “Ma – sottolinea il Presidente di Libera – rimane il 21 marzo il giorno in cui vogliamo ricordare i nostri cari che non ci sono più, proprio per testimoniare che la memoria costruisce e porta alla nascita di nuove realtà”.
Don Luigi Ciotti ricorda i molti familiari che in questi anni, con generosità e tanta forza, hanno saputo convertire il dolore in impegno e speranza diventando promotori di legalità nonché testimoni di un percorso che ha costruito laddove le mafie avevano distrutto. Ragazze come Margherita Asta, familiare delle vittime della strage di Pizzolungo (Tp) che a Trapani è diventata un punto di riferimento fondamentale per Libera e la società civile impegnata sul territorio. Quest’anno associazioni, cittadini, familiari di vittime, scuole, istituzioni, viaggeranno insieme su un treno che partirà da Milano il 14 marzo e arriverà a Bari il 15. Sarà l’occasione per conoscersi, raccontarsi e ricordare. In ogni vagone si dedicherà un momento alle storie di alcune vittime di mafie: da Renata Fonte a Mauro Rostagno da Francesca Morvillo a Graziella Campagna. Saranno 350 i familiari che quest’anno a Bari parteciperanno al lungo corteo pubblico che dalla mattina al tardo pomeriggio attraverserà l’intera città.
“Una terra questa – ricorda Daniela Marconi, familiare di vittima pugliese – nella quale quando è stato ucciso mio padre non si poteva nemmeno dire che ad ucciderlo era stata la mafia e anche oggi, nonostante la situazione sia migliorata, c’è ancora una certa difficoltà a parlarne. Avevamo proprio bisogno di questa carica di emozioni che ho visto negli occhi degli altri familiari che ho incontrato in questi mesi e che incontrerò a Bari il prossimo 15 marzo”. “Questo – ricorda inoltre Don Luigi Ciotti – è il momento in cui fare maggiore attenzione, non bisogna abbassare la guardia; lo ricordava dopo il maxi processo anche Paolo Borsellino, i successi dello Stato contro Cosa nostra non ci devono far coltivare perniciose illusioni; E’ necessario proseguire con coerenza, credibilità e continuità i percorsi intrapresi, coltivare realtà positive e soprattutto cercare di colpire sempre più le cosiddette zone grigie, intermedie, perché se la mafia è forte e si rigenera è perché gode di compiacenze da parte della politica, dell’economia e della finanza. In questa direzione i passi avanti sono ancora molti da fare.
Percorsi nuovi che nascono in risposta ad un bisogno che cresce, anche fuori dai confini nazionali e che crea rete e rafforza l’impegno dei singoli. Al termine della conferenza stampa dalla sala una domanda viene rivolta ai tanti ragazzi seduti al tavolo con Don Luigi Ciotti: “non avete paura?” pronta la risposta dei ragazzi: “se stiamo uniti… se siamo insieme…no”. Semplice ed efficace. Le mafie (l’hanno già capito per fortuna in molti nelle nuove generazioni) hanno un punto debole: una società civile unita. Se i giovani, in particolare, le negheranno il consenso – come era solito ricordare Paolo Borsellino – le mafie svaniranno.
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