Dalla Sicilia in migliaia gridano “No alla droga”
“No drugs day” il 3 marzo a Gela. Scenderanno in campo centigram di studenti, tutti insieme per dire “No alla droga”. No all’uso di sostanze per affrontare i
problemi, non all’uso di droga come lavoro. Nei manifesti fatti affiggere in città e nello spot che gira in questi giorni su you tube e facebook, lo slogan è chiaro “la mia vita non è polvere”: un richiamo alla responsabilità per tutti, giovani e adulti. Dunque è dal basso che arriva un grido per le istituzioni, ad essere più presenti e costruire uniti alternative al disagio in una città come Gela, che si trova senza cinema e teatro e diventa il luogo in cui simbolicamente dalla Sicilia si alza un messaggio di speranza e una richiesta di aiuto alle Istituzioni.
Ad organizzare l’iniziativa la rete delle scuole di Gela,
unitamente alla pastorale giovanile della città, al Movi e ad altre realtà associative. In questo territorio, una
comunità vivace, di associazioni, scuole, parrocchia,
da anni anima il territorio e costruisce esperienze
concrete di alternativa alla devianza. E’ la forza di una
comunità che non vuole cedere il passo alla violenza,
all’ignoranza e alla droga. Presenziaerà l’incontro S.E.
Mons. Michele Pennis, membro del comitato nazionale
scientifico delle Settimanel Sociali e componente della
Commissione Nazionale Cei per l’educazione.
“Abbiamo il compito come cittadini di proporre esperienze positive e dare un chiaro orizzonte ai ragazzi di Gela – dichiara Enzo Madonia, della direziona nazionale del MoVI – ma occorre che il mercato culturale e sociale della città
diventi più forte del mercato della droga che è un
mercato che porta alla morte. La società civile a Gela è sola, le politiche per i giovani, per l’infanzia e per la cultura sono state abbandonate da tempo”
“Continuiamo a camminare nel servizio ai giovani –
dichiara don Giuseppe Fausciana, responsabile diocesano della pastorale giovanile – perché il futuro di una città è fatto di buoni cittadini e per questo servono strutture e progettualità innovative capaci di arrivare al cuore dei ragazzi. Oggi lo spaccio avviene tra pari e l’uso delle droghe è per molti una richiesta di aiuto e nello stesso una alternativa al vuoto che hanno dentro. Abbiamo la responsabilità di educare questi ragazzi ad amarsi e aiutarli a colmare questo senso di vuoto che è spesso la mancanza di una relazione autentica con i genitori, con il territorio, con il mondo”
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