NEWS

Gli iracheni si appellano ai valori di libertà

Di Angela De Lorenzo* il . Calabria

Seduti sulle gradinate all’ingresso di una chiesa per ore e senza  lamentarsi del freddo, della stanchezza o della fame. Sono forti e  decisi gli immigrati quando protestano, non hanno paura di nulla,  nemmeno della consapevolezza di essere solo una minoranza.  Hanno raggiunto quella che da lontano identificavano con una meta  di democrazia, civiltà e salvezza, l’Europa, e ora non ci stanno a  regole restrittive che potrebbero rimandarli indietro, nell’inferno dal  quale hanno avuto la fortuna di essere riusciti a scappare. Gli  iracheni che hanno protestato quasi per due giorni a Crotone sono  sorpresi di questo rischio, sanno che l’Europa è la “terra della  libertà”, per questo sono convinti quando protestano che saranno  ascoltati.

Su quella gradinata del duomo di Crotone si erano illusi di  ottenere chissà che cosa, una risoluzione definitiva del loro  problema e quindi la possibilità di poter stare definitivamente nel  territorio nazionale. Molti di loro non hanno la minima idea di come  funzioni la burocrazia, delle regole restrittive… Loro sanno solo che  questo è il Paradiso, un angolo del mondo generoso in cui, a chi  rischia la vita se viene mandato via, un posto non viene negato.  Invece, probabilmente dei 150 manifestanti solo una decina non  saranno respinti. Eppure nessuno di loro ci crede perché sono  convinti che “la vita vale poco in Iraq o in Afghanistan, ma non in  Italia, qui è diverso e ci aiuteranno”.

Tutti, mentre manifestavano,  avevano negli occhi una viva speranza, cercavano di aggrapparsi ad  ogni elemento che richiamasse la solidarietà italiana: il Vaticano, la  religione cattolica (anche se loro sono musulmani), addirittura la  bandiera italiana. Una ragazza, l’unica donna della manifestazione,  la sventolava. “Ho portato questa bandiera – ha detto in inglese –  perché amo l’Italia, anche se non ho avuto la fortuna di nascere qui.  Voglio vivere in questo Paese e sono pronta a rispettare le sue leggi  e le sue tradizioni, tutto ciò che questa bandiera rappresenta, anche  i valori di pace e solidarietà”. Le altre donne irachene non hanno  avuto il coraggio di manifestare, ma lei è stata più forte, incoraggiata  proprio dal fatto di trovarsi in un Paese libero, in cui anche le donne  hanno diritto ad avere voce.  Sul sagrato della cattedrale c’erano soprattutto persone molto  giovani, ansiosi di cominciare finalmente quella vita normale che  non è mai stata loro concessa: “vogliamo che si concludano presto  le pratiche per l’ottenimento dei documenti – ha detto un 23enne  iracheno – perché così potremo iniziare a lavorare, ad avere una  casa, una vita dignitosa… Sono mesi che aspettiamo al Campo di  Sant’Anna senza far nulla, a vivere come vagabondi e ad annoiarci”. 

E l’entusiasmo, la straordinaria capacità di arrangiarsi nonostante  tutto, l’hanno confermata anche in occasione della manifestazione:  non si sono scoraggiati di dover raggiungere a piedi la città da  Sant’Anna, gli striscioni li hanno realizzati utilizzando le loro lenzuola  e, anche se non conoscono bene l’italiano, si sono sforzati di  scriverci sopra le loro richieste d’aiuto. Per loro, giovani già vecchi,  che non hanno mai avuto la fortuna di assaporare l’infanzia e la  gioventù e che hanno vissuto cose molto più tragiche, tutto è stato  solo un’altra esperienza, ancora un altro passo per poter guardare  avanti.

* Il Crotonese

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link