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Francesca: sulla morte di mio figlio tutto tace

Angela De Lorenzo* il . Calabria, Piemonte

I due coniugi Gabriele sono orgogliosi, nonostante tutto, della loro  terra, che in un momento così  difficile si sta rivelando molto  solidale. Anche quando Alessandro Del Piero ha chiesto a  Francesca e a Giovanni se ci sia qualcuno che li sostenga a  Crotone, don Luigi Ciotti ha potuto rispondere descrivendo una bella  realtà, dignitosa, ricca di risorse e potenzialità, che si è stretta  attorno a questi due sfortunati genitori. Ma se in ‘Libera’, nei  cittadini, nel piccolo mondo della loro parrocchia e in quello della  scuola che frequentava il loro bambino, Francesca e Giovanni  stanno trovando la forza di andare avanti, non si sentono parimenti  incoraggiati da chi rappresenta la legge, non condividendo la  lentezza con cui procedono le indagini relative alla sparatoria in cui  fu colpito Domenico proprio mentre giocava. 

“Provo tanta amarezza – ha detto Francesca – perché sono passati  cinque mesi da quando è morto mio figlio, ci sono le intercettazioni  dei responsabili, che sono già in carcere, ma ancora sembra tutto  fermo. Vorrei che si facesse subito giustizia, che si definissero i  colpevoli, ma ritengo che tutto stia procedendo troppo lentamente e  la conclusione di questa vicenda mi sembra lontana. Non credo di  pretendere troppo chiedendo che i colpevoli paghino il prima  possibile. Capisco che le indagini debbano fare il loro corso, ma  cosa serve aspettare ancora? Eppure elementi ce ne sono già a  sufficienza”.  I genitori di Dodò dicono di sentirsi mortificati dai tempi degli  inquirenti, non solo con riferimento a tutto quello che è accaduto in  seguito all’agguato, ma soprattutto sapendo che anche prima  c’erano elementi che potevano permettere di evitare quella tragedia.  “Ci sono intercettazioni – ha detto la mamma di Domenico – che  risalgono ad un anno fa, nelle quali si programmava la sparatoria.  Perché le forze dell’ordine che conoscevano questo piano assurdo,  allora, non hanno fatto nulla per impedire che lo portassero a  termine? Ci penso sempre, cerco di capirlo e ancora non ci riesco.  Vorrei sapere cosa hanno aspettato. Forse la vita di mio figlio poteva  essere salvata”. 

“Quando leggo le intercettazioni – commenta Francesca – mi sento  ferita, dicevano ‘facciamo una strage, non importa chi c’è…’, poi  penso che si è trovato in mezzo proprio Domenico. Come hanno  potuto fare un ragionamento talmente assurdo? E chi li ha  intercettati, possibile che abbia aspettato che accadesse  veramente? Non sono un poliziotto, forse tante cose non posso  capirle, allora qualcuno mi spieghi a cosa è servito aspettare e a  cosa serve farlo ancora prima di chiudere queste indagini. Il mio  timore è che una volta spenti i riflettori la morte del mio bambino  cada nel dimenticatoio e poi con disinvoltura intervengano le solite  attenuanti. Questo non possiamo proprio accettarlo, abbiamo diritto  ad avere giustizia. Da parte nostra siamo già pronti a costituirci  parte civile, speriamo solo che le indagini si concludano presto per  poterlo fare in tempi brevi”.

* da Il Crotonese

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