Roma 29/30 aprile: ExtraLibera, le giornate di Contromafiecorruzione
Negli ultimi due anni è mancato un momento di confronto, in presenza, con il quale fare il punto della situazione e proporre alcune priorità sulle politiche antimafia e anticorruzione. La pandemia ha costretto le nostre realtà sociali, le nostre comunità e la società a misurare la tenuta del territorio e il risultato sotto gli occhi di tutti è che tale tenuta dipende prima dalla resistenza del suo tessuto sociale e poi dall’investimento economico profuso.
Sappiamo che questa emergenza sta trasformando parte di ciò che in precedenza era ritenuto normalità e che porterà con sé sostanziali mutamenti, se si vorrà cogliere la sfida di ripensare il nostro agire. All’emergenza della pandemia, si è aggiunta nelle ultime settimane la guerra, insensata e vicina.
Sono migliaia le esperienze locali e di base che hanno costituito in questi mesi un vaccino, raggiungendo le persone in ogni periferia, sopperendo ai bisogni di base, fungendo da ortopedici sociali per rispondere all’emergenza. E che in questi giorni si stanno adoperando per prestare il proprio contributo anche per sostenere i profughi in arrivo dall’Ucraina. È necessario mettere insieme le migliori energie per giungere coralmente alla lettura del cambiamento di epoca che stiamo vivendo e per generare dunque il cambio di paradigma che tale lettura impone.
A partire dall’analisi e dalla messa a fuoco di alcune priorità nella lotta alle mafie e alla corruzione, l’esperienza ormai quindicinale di ControMafieCorruzione si rinnoverà profondamente proponendo una nuova formula, capace di essere più prossima alle persone e di penetrare nei contesti locali.
Contromafiecorruzione riparte. E si trasforma in ExtraLibera.
ExtraLibera, perché rivedersi in presenza, per un momento di confronto e analisi, rappresenta il tornare a vivere il fuori e gli spazi comuni.
ExtraLibera, perché il percorso ci porterà a una sintesi di proposte e azioni, che vogliamo mettere a fattor comune anche fuori dalla nostra rete, un programma di lavoro nel quale tutti si possano sentire coinvolti e a casa.
ExtraLibera, perché l’alta qualità del confronto generato tra partecipanti del movimento, realtà sociali e attori istituzionali, costituirà un momento innovativo e straordinario.
Il Calendario
Dal 9 marzo lancio pubblico dell’appuntamento e apertura delle iscrizioni ai gruppi
Seleziona il gruppo al quale si intende partecipare
20 marzo chiusura delle iscrizioni e conseguente inizio lavori di gruppo a distanza
Entro il 22 aprile chiusura del lavoro di gruppo a distanza, sintesi da parte dei tutor e invio alla presidenza
Roma 29 e 30 aprile, gruppi di lavoro e plenarie (dal 29 mattina ore 10.30 al pomeriggio del 30 ore 15)
Appuntamento per tutti il 29 pomeriggio e il 30 mattina all’Auditorium Parco della Musica di Roma
I temi, le date dei gruppi di lavoro online, i relatori
ExtraLibera – Le Giornate di Contromafiecorruzione per l’edizione 2022 si articolerà in 11 gruppi di lavoro. Ciascun gruppo prevede due sessioni di lavoro a distanza e un momento conclusivo a Roma il 29 aprile.
Aderendo al percorso, sarai contattato dal tutor del tuo gruppo in prossimità del primo incontro.
Clicca per iscriverti al gruppo.
E’ gratuito. Puoi iscriverti anche se sai che non potrai venire a Roma il 29 e 30 aprile.
1. Educazione e ricerca per contrastare mafie e corruzione
Michele Gagliardo, Nando dalla Chiesa
Il ruolo centrale della scuola nella lotta alle mafie e alla corruzione viene da tempo affermato e sostenuto da tutti. Ma il passaggio dal pensiero all’azione resta spesso delegato alla buona volontà di docenti e dirigenti attenti, o impegnati in territori difficili. A tutti loro va il dovuto riconoscimento per non aver mai smesso di fare scuola pensando alla maturazione umana e civile dei giovani e dei territori al fine di far crescere persone libere e responsabili, attivi costruttori del valore della giustizia, dell’uguaglianza e del rispetto della dignità di tutti. Proprio partendo da questa consapevolezza si sente l’esigenza di dare maggiore consistenza a tale affermazione, mettendo in evidenza il senso e l’orizzonte metodologico in grado si alimentare un duraturo processo di cambiamento che dalla scuola si estende ai territori del nostro Paese. In primo luogo, va posta al centro della riflessione e dell’agire quotidiano il pieno recupero della funzione educativa del sistema scuola e formazione. Due sono i fattori fondamentali: il bisogno di investire in educazione, abbandonando un’idea di scuola centrata sulla sola istruzione, sul trasferimento di contenuti legati alle discipline, ma staccati dalla realtà. Il problema sono dunque, i contenuti delle discipline, i programmi da seguire, le cose da sapere e ripetere.Il secondo fattore evidenziato è rappresentato dalla necessità di promuovere politiche di giustizia, che permettano alle persone più fragili di emanciparsi e partecipare alla costruzione della cosa pubblica. Accanto ad un urgente piano strutturale di politiche sociali, appare necessario dare nuova concretezza al diritto allo studio, alla formazione di una scuola inclusiva, per tutti, nella quale e grazie alla quale crescere, apprendere il mondo e mettere mano al mondo, per renderlo migliore.L’educazione civica, reintrodotta dal governo nell’agosto del 2019, se è occasione per un profondo ripensamento costituzionale del fare scuola diviene strumento strategico anche di lotta alla cultura mafiosa e alla corruzione. L’educazione e la ricerca possono avere un ruolo fondamentale nella trasformazione dei contesti, nella valorizzazione delle conoscenze diffuse utili a dare vita a vere e proprie alleanze strategiche responsabili della proposta di un orizzonte di crescita individuale e sociale alternativo alla cultura dell’illegalità e della corruzione. Grazie ai lavori del gruppo che si occuperà di “Educazione e ricerca per contrastare mafie e corruzione” si intende giungere alla definizione di un documento politico che, a partire da un’attenta analisi dell’attualità, contenga le priorità di impegno su scuola e ricerca.
Incontri da remoto
29 marzo 2022 ore 18.00/20.30
Elisabetta Nigris “La scuola per la quale spendersi” ; Nando Dalla Chiesa “Il senso della relazione tra ricerca e formazione”
12 aprile 2022 ore 17.00/19.30
Pasquale Pugliese “La sfida educativa del disarmo”; Raffaele Mantegazza “Per una scuola che educa”
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2. UE-Afriche 2022: le sfide dello stato di diritto. Tra sicurezza e giustizia sociale.
Alberto Perduca, Monica Usai
54 paesi, una popolazione di circa un miliardo e mezzo di persone e una crescita che porterà l’Africa a essere abitata da più di due miliardi di persone entro il 2050, con paesi come la Nigeria che arriveranno ad avere più abitanti dell’Europa intera. Le grandi reti criminali sono molto più globalizzate e flessibili di quanto lo fossero una volta. I narco-Stati di un tempo non sono più un modello valido. La globalizzazione agevola prepotentemente i traffici criminali unitamente al terrorismo, alle guerre, alla crisi della democrazia ed alla fragilità dello Stato di diritto che affliggono non pochi Stati dell’Africa. Spetta all’Europa – che nel contempo subisce ed alimenta simili traffici – di perseguire politiche lungimiranti globali in grado di contribuire all’affermazione stabile della pace, della legalità e della giustizia sociale nel vicino Continente: nel comune interesse ed anche per superare la pesante eredità del colonialismo. La ricerca sul Global Organized Crime Index 2021 condotta da Global Initiative against Transnational Crime assegna al Continente un indice di criminalità organizzata che è secondo solo a quello dell’Asia. Emblematica la situazione in varie aree dell’Africa dove a fronte della forte presenza straniera – di natura pubblica e privata, e non solo occidentale – non cessano di prosperare l’ibridazione e la sinergia tra i gruppi terroristici e le gang criminali, tutti accomunati da finalità di profitto e potere da conseguire nel totale spregio dei diritti fondamentali.
Incontri da remoto
8 aprile 18/19.30
Contesto. Afriche. Tra narrazioni e geopolitica / Stato di diritto – Afriche
19 aprile 18/19.30
Mafie e terrorismo. Un banco di prova internazionale di cooperazione criminale. Gli esempi del Sahel e dell’Africa del Sud.
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3) Liberi di scegliere. Percorsi di Liberazione
Enza Rando
Il gruppo di lavoro sul tema di “Liberi di scegliere” si pone l’obiettivo di stimolare, da un lato, l’approvazione di una legge che possa tutelare al meglio tutte le persone coinvolte nel percorso di accompagnamento dei minori e delle donne, interessati dai provvedimenti dei Tribunali per i Minorenni e che decidono di spezzare qualsiasi legame con il contesto mafioso. La riflessione e l’approfondimento interesserà non solo i bambini e le mamme inseriti nei provvedimenti dai Tribunali per i Minorenni, ma anche tutti i partner che gravitano intorno ad essi, a partire dalle famiglie affidatarie, dai servizi sociali dei vari territori, dalla rete di associazioni che si impegnano a seguire i nuclei nel percorso della loro nuova esistenza. A questo proposito è necessario che vengano delineati anche i compiti dei servizi sociali e di tutto il mondo del volontariato e del sociale, per approdare ad un percorso che metta al centro la persona che è in “divenire”. La formazione sul tema di Liberi di scegliere sarà centrale al fine di fornire tutti gli strumenti conoscitivi necessari al loro intervento specifico. E’ importante anche la informazione che deve tenere conto della particolare delicatezza e specificità del percorso dei minori e delle donne inseriti in “Liberi di scegliere”. Il progetto “Liberi di scegliere” richiede un urgente intervento normativo, ma anche un piano formativo di qualità. L’approvazione di una legge è necessaria per dare speranza a tutte le donne, i bambini e gli adolescenti che abbiano la volontà di spezzare i legami mafiosi e cambiare vita, con coraggio e speranza, attraverso l’ausilio delle comunità accoglienti e capaci di offrire opportunità di supporto, di fiducia e di collaborazione. La visione legislativa dovrebbe avere come faro il farsi carico di creare opportunità di accoglienza e di prevedere una rete che faccia leva sulla fiducia tra le persone. E’ importate delineare le finzioni delle figure istituzionali, ma anche il ruolo della società civile e delle associazioni di volontariato che hanno maturato competenze di qualità. Confrontarsi sul tema di Liberi di scegliere non può prescindere dal ragionare sulla prevenzione e sulla protezione delle persone perché se, per un verso, l’ottica di prevenzione ha l’obiettivo di scardinare il legame famigliare sul quale le mafie si rigenerano e si autocontrollano per, l’altro versante, è necessaria la previsione di un efficace sistema di protezione personale e umano che possa dare la possibilità concreta di ricominciare la propria vita all’insegna della sicurezza personale, ma anche economica e sociale.
Incontri da remoto
25 marzo 2022 17.30/19.30
8 aprile 2022 dalle ore 17.30/19.30
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4. Presente ed avvenire dell’aggressione ai patrimoni criminali: i risultati raggiunti e le sfide per il futuro
Davide Pati, Tatiana Giannone, Francesco Menditto
L’esperienza normativa e giudiziaria italiana in materia di aggressione ai patrimoni delle mafie rappresenta un esempio a livello europeo e internazionale, grazie all’impegno delle Istituzioni competenti e al percorso di riutilizzo sociale dei tanti beni immobili restituiti alla collettività. Sono trascorsi 40 anni dall’entrata in vigore della legge Rognoni-La Torre che introdusse il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e il sequestro e la confisca dei beni di provenienza illecita, fortemente voluta da Pio La Torre, sindacalista e politico ucciso dalla mafia – insieme a Rosario Di Salvo – il 30 aprile del 1982. A ventisei anni dall’approvazione della legge 109 del 1996, frutto della raccolta di più di un milione di firme nel 1995, è possibile fare un bilancio evidenziando innanzitutto le positività di un percorso scaturito dalla collaborazione delle istituzioni, degli enti locali, delle associazioni, delle scuole.Un enorme lavoro corale arricchitosi nel tempo con le confische anche ai danni dei criminali economici e dei corrotti, che necessita però di uno scatto ulteriore di impegno e corresponsabilità. Siamo infatti consapevoli dei nodi che restano da sciogliere, dei ritardi e delle criticità nelle procedure di destinazione e assegnazione, nonostante i miglioramenti legislativi intervenuti con la riforma del codice antimafia del 2017, in parte però non attuati oppure applicati in maniera incompleta. E sono ancora numerosi i beni immobili ancora inutilizzati, abbandonati e, in alcuni casi, occupati abusivamente e diverse le aziende destinate alla liquidazione e alla chiusura delle attività. Il gruppo di lavoro si propone anche di verificare l’attuazione della Direttiva europea del 2014, di presentare i percorsi intrapresi in America latina (in Argentina in modo particolare) e sull’inserimento del riutilizzo sociale dei beni confiscati nelle recenti Risoluzioni delle Nazioni Unite contro la corruzione e la criminalità organizzata transnazionale.
Incontri da remoto
Giovedì 24 marzo 17.00/19,00
Mercoledì 13 aprile 17.00/19,00
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5. Transizione ecologica e lotta all’ecomafia: una strategia da costruire insieme
Laura Biffi, Stefano Ciafani e Enrico Fontana
Come dare sostanza all’inserimento della tutela dell’ambiente e della biodiversità nella nostra Costituzione? E come utilizzare bene le ingenti risorse destinate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla transizione ecologica, impedendo che le mafie possano approfittare dell’urgenza di fare presto, sfruttando la loro capacità, sempre crescente, di riciclare risorse nell’economia legale? Ma non solo: con quali strategie il nostro Paese può finalmente debellare il fenomeno storico dell’abusivismo edilizio, che ne compromette le risorse ambientali? Al centro del gruppo di lavoro verrà posta l’esigenza di definire un pacchetto di proposte concrete che, in un gioco di squadra, possa consentirci di contribuire, in maniera fattiva, alla definizione di una vera e propria strategia per la lotta all’ecomafia, nelle sue diverse articolazioni, quale elemento indispensabile di una vera transizione ecologica. Ad esempio rafforzando con decisione quel sistema di controlli, prevenzione e repressione dei reati ambientali, che ha già conosciuto, nel 2015, grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale, uno storico passo in avanti. Si tratta di strumenti particolarmente efficaci, che si combinano sempre più spesso nelle inchieste a quelli tradizionalmente impiegati per i reati fiscali, la corruzione e il riciclaggio. Potenziare il contrasto ai crimini contro l’ambiente, insomma, è anche la maniera migliore per tutelare gli investimenti previsti dal PNNR in settori che vanno dall’economia circolare alle fonti rinnovabili, in cui è necessario realizzare impianti fatti bene e gestiti nel rispetto delle normative. Quelli ambientali, infatti, sono dei reati “spia”, quasi sempre riconducibili ad attività d’impresa, in cui l’aggressione all’ambiente s’intreccia con la criminalità economica e gli interessi dei clan. Non a caso, nel 2020 il 46,6% degli ecoreati si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. La mancata approvazione dei delitti contro le cosiddette “agromafie” e l’agropirateria priva, invece, forze dell’ordine e magistratura degli strumenti indispensabili per contrastare quell’imprenditoria criminale che, come nel caso delle risorse destinate alla green economy, guarda con sicuro interesse agli investimenti previsti sempre dal PNRR per la riconversione della nostra agricoltura. E l’assenza dei delitti contro la fauna selvatica rischia di compromettere l’impegno per l’effettiva tutela della biodiversità, come previsto dalle strategie europee. Abbiamo pensato, per queste ragioni, di offrire nei due incontri tematici che accompagneranno il lavoro di gruppo, spunti di riflessione, grazie ai quali elaborare, pure nella complessità dei temi trattati, proposte concrete che “connettano” la transizione ecologica, nei suoi diversi aspetti, alla lotta all’ecomafia.
Incontri da remoto
24 marzo 18.00/20.00
Abusivismo edilizio. Una nuova stagione di legalità per riscattare il Paese
Coordina: Laura Biffi, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente.
Daniela Ciancimino, copresidente dei Centri di azione giuridica di Legambiente, Aldo De Chiara, già avvocato generale della Repubblica presso la Corte di appello di Salerno, Domenico Fontana, segreteria nazionale e responsabile SUD di Legambiente, Giovì Monteleone, sindaco di Carini (PA).
22 marzo 18.00/20.00
Lotta all’ecomafia: le riforme che mancano
Coordina: Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente.
Francesco Gianfrotta, ex magistrato, componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura -Coldiretti, Nino Morabito, responsabile nazionale Fauna di Legambiente; Luca Ramacci, presidente di Sezione presso la Terza Sezione penale della Corte suprema di Cassazione e vice presidente Forum europeo dei giudici per l’ambiente.
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6. Cyber crimine e criptovalute
Domenico Villano, Giulia Baruzzo
Il cybercrime è una forma in evoluzione di crimine transnazionale. La natura complessa del crimine, che si svolge nel regno senza confini del cyberspazio, è aggravata dal crescente coinvolgimento di gruppi di criminalità organizzata. Gli autori del crimine informatico e le loro vittime possono trovarsi in diverse regioni, e i suoi effetti possono propagarsi attraverso le società di tutto il mondo, evidenziando la necessità di organizzare una risposta urgente, dinamica e internazionale. Secondo le più recenti statistiche sulla cybersicurezza, nel 2021 i costi economici dei crimini informatici ammontano a sei miliardi di dollari. A tal proposito le criptovalute hanno svolto un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei crimini cibernetici, emergendo sia come strumento che come target di attività illecite compiute nel mondo digitale. Il dark web è inoltre divenuto il teatro di un fenomeno relativamente nuovo concernente il riciclaggio di denaro cibernetico: esistono infatti servizi specifici di riciclaggio di criptovalute. La crescita della diffusione delle criptovalute determina un sempre più forte interesse delle organizzazioni criminali al loro utilizzo nei propri schemi operativi. A segnalarlo sono i più recenti report di Europol, dai quali si evince che, sebbene questo veicolo costituisca ancora una parte molto limitata dell’economia criminale, negli ultimi anni si è assistito a un incremento del loro utilizzo per attività indebite, così come per il riciclaggio dei relativi proventi. Di fronte a questa evoluzione appare ancor più importante lo sviluppo di una legislazione adeguata. Nel settembre 2020 la Commissione UE ha presentato una proposta di Regolamento che prevede l’introduzione di obblighi di trasparenza, vigilanza e corretta gestione nello svolgimento di attività connesse a questo mercato, contribuendo alla lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Naturalmente diviene importante aggiornare la normativa nazionale (es. presidi antiriciclaggio su operatori esteri operanti in Italia in via telematica) e rafforzare la cooperazione tra autorità competenti a livello transnazionale
Incontri da remoto
Lunedì 28 Marzo 18.00/19.30
La blockchain, le criptovalute e il crimine finanziario
Domenico Villano, Financial literacy Specialist presso Fondazione Finanza Etica; Simone Grillo, Dipartimento Proposta Finanza Etica – Banca Etica
Lunedì 11 Aprile 18.00/19.30
L’ecosistema dei crypto assets e il riciclaggio nelle criptovalute
Domenico Villano; Simone Grillo
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7. Democrazia monitorante, ora. Contro i populismi e la corruzione, contro il “governo delle élite” e la logica della sorveglianza, nell’era del Pnrr.
Alberto Vannucci e Leonardo Ferrante
A trent’anni da Mani pulite, come è cambiata l’azione della società civile nella lotta al malaffare? Quali sono gli strumenti civici e i paradigmi teorici da utilizzare per difendere dal basso il bene comune rispetto a interessi occulti, specie di fronte alla previsione dei 235 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Vogliamo generare un confronto tra accademici, mondo dell’attivismo, comunità territoriali e di interesse che ci indichi una strategia per l’attivazione: la democrazia monitorante. Stiamo assistendo in tutta Europa a preoccupanti segnali di loro involuzione in forme di governo in cui le decisioni sono prese da una élite che sfugge alla vigilanza sociale e alle responsabilità politiche. Parimenti la logica della sorveglianza, che identifica nel moltiplicarsi di forme di controllo sulla vita privata delle persone lo strumento per la sicurezza, combinandosi con l’accumulazione di immense quantità d’informazioni riservate nelle mani di poche grandi società private, prefigura scenari inquietanti. In Italia, a trent’anni da Mani pulite il crescente distacco dei cittadini dalle istituzioni pubbliche e il manifestarsi di forme insidiose di corruzione, nelle quali i decisori sono “catturati” in relazioni opache di scambio non più configurabili come reati, rischiano di spianare la strada ai leader populisti, coi loro appelli a un popolo immacolato che li investa direttamente di un potere irresponsabile. Evolvere verso il modello della democrazia monitorante è una sfida e una meta: solo gli occhi di tanti “watchdog”, in grado di vigilare il bene comune tramite formule associative e comunitarie, possono garantire un futuro libero da logiche particolaristiche, inquinate, corrotte.
Sono 235 miliardi di euro le risorse economiche previste dal cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per uscire dalla crisi COVID: un’enormità di risorse che permetterebbero di trasformare l’Italia in meglio, ma che rischiano di cadere preda di mafie e logiche corruttive. Il cronoprogramma del Pnrr prevede nel 2022 il conseguimento di 100 scadenze, tra milestones e target (per usare le parole del Piano), ossia di 84 misure. Monitorare il Pnrr attraverso l’azione delle comunità monitoranti significa contare su sentinelle civiche in grado di orientare i processi decisionali pubblici, verificare la correttezza della spesa e garantire il buon andamento di progetti. Di quali strumenti, competenze e conoscenze abbiamo bisogno per generarle?
Calendario degli incontri da remoto
15 marzo 2022 18.00/20.00
Alberto Vannucci (UniPisa), Margherita Trevisan (Libera Vda), Luciano Peccianti (Libera Siena) e Maria José Fava (Libera Piemonte), Giacomo Carpinteri (Libera Catania)
12 aprile 2022 18.00/20.00
Nicoletta Parisi/Dino Rinoldi (UniCattolica e Libenter) Paola Caporossi, (Fondazione Etica e Libenter), Vittorio Martone, (UniTo), Tatiana Giannone (settore beni confiscati di Libera)
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8. Memoria e Verità percorsi per l’affermazione dei diritti delle vittime
Daniela Marcone e Iolanda Napolitano
Per la rete di Libera, in ventisette anni di impegno, si è delineato un concetto di memoria che è nello stesso tempo valore e percorso, a partire dal proprio vissuto doloroso e dalla testimonianza coraggiosamente condivisa dei tanti familiari delle vittime innocenti che ci hanno consegnato il loro racconto come un testimone solido e ideale insieme. La memoria delle vittime innocenti delle mafie vive nella storia di centinaia di persone: ogni singola storia ci narra dell’esistenza della criminalità organizzata di stampo mafioso anche in luoghi inimmaginabili, sulla base della cultura e della percezione comuni, costruendo un puzzle che delinea una storia complessiva delle mafie del nostro Paese. Dalle tante storie che abbiamo ricostruito, abbiamo imparato a riconoscere la verità anche lì dove un processo giuridico non c’è mai stato: dalla valorizzazione dei contesti sono emerse delle verità che sono memoria viva e che colmano lacune storiche, ma forniscono anche risposte a persone che hanno perso un proprio caro spazzato via dalla violenza mafiosa. Sentiamo l’urgente bisogno di rimettere al centro della discussione la vittima, intesa come persona con i suoi diritti e bisogni. Libera tutela il ricordo di tutte le “vittime” innocenti delle mafie, termine virgolettato perché rischia di appiattire la complessità di un essere umano e fissarlo in un ruolo statico. Nel nostro ordinamento, i familiari stessi sono considerati vittime, ma per avere accesso ai cosiddetti “benefici” previsti devono ottenere lo status di vittime, possibile solo con un esito processuale definito. Questa riflessione ci fa guardare oltre l’Italia, all’Europa: nel 2012 l’Unione Europea ha infatti emanato la Direttiva 29 in tema di tutela dei diritti, assistenza e protezione delle vittime di reati violenti, in cui si parla sempre di diritti e mai di benefici, e tali vanno considerati anche nel nostro Paese. Da qui il percorso sui diritti delle vittime, che ci ha portati a scegliere la definizione di Diritti Vivi per caratterizzare tutte le attività pensate per portare avanti il percorso stesso, in cui ogni diritto è inteso come un percorso di civiltà, di risposta al danno subito ma anche di valorizzazione della “ricucitura” dello strappo che solo una comunità solidale può compiere. Ci prefiggiamo degli obiettivi importanti. Da un lato riflettere sulle azioni da porre in essere per realizzare nel nostro Paese la scrittura di un vero e proprio diritto alla verità. Dall’altro, allargare la platea di persone che insieme riflettono su queste tematiche e pongono le basi per costruire una comunità sempre più solidale, in cui le “vittime” abbiano la possibilità di trovare persone, luoghi e strumenti capaci di determinare un senso differente a quanto hanno vissuto, un significato innervato di speranza e di cambiamento.
Incontri da remoto
30 marzo 2022 18.00/20.00
Diritti Vivi. Il diritto alla verità in Italia e nella dimensione internazionale, risvolti giuridici.
Franca Imbergamo – Sostituto Procuratore della Procura antimafia e antiterrorismo; Iduvina Hernández – Difensora dei diritti umani, fondatrice dell’organizzazione SEDEM – Seguridad en Democracia; Enza Rando – Vicepresidente di Libera
12 aprile 2022 18.00/20.00
Diritti Vivi: la rete nazionale e internazionale per i diritti dei familiari delle vittime innocenti.
Juan Camilo Zuluaga Todecilla – attivista e figlio di Amparo Del Carmen (decaparecida Colombia);Margherita Asta – referente memoria Emilia Romagna ;Graciela Lois – attivista argentina per i diritti umani, fondatrice dell’organizzazione “Familiares de Desaparecidos y Detenidos por Razones Políticas”.
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9. Libertà d’informazione e sviluppo di nuovi linguaggi
Lucilla Andreucci e Mario Calabresi
“Non è vero che c’è troppa informazione. La verità è che ce n’è sempre di meno di qualità, cioè verificata, trasparente, e coraggiosa. Di questo tipo di informazione in momenti convulsi e complicati come la pandemia ieri e la guerra in Ucraina oggi c’è n’è un bisogno vitale. Per i cittadini, per i giovani, per la tenuta del nostro tessuto democratico, lacerato da tanta propaganda che equivale a cattiva informazione. Come si distingue la buona dalla cattiva informazione e quanto costa ai giornalisti che fanno di tutto per garantirla e continuare a farla nonostante le minacce, gli insulti, le intimidazioni? Vale per i neofascismi ormai diffusi in Italia e in Europa, vale per le mafie mai così invisibili, mai così globalizzate, mai così potenti anche nel mercato più inumano della tratta degli essere umani. Le testimonianze di alcuni protagonisti di questa informazione ormai di frontiera per capire a che punto siamo e quale futuro ci aspetta.”
Incontri da remoto
lunedì 4 aprile, 18.00/20.00
lunedì 11 aprile, 18.00/20.00
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10. Mafie e Politica
Pierpaolo Romani, Gian Carlo Caselli
Quella delle mafie, scriveva Pio La Torre alla fine degli anni ’70 del XX secolo, è una questione di classi dirigenti. Ovvero una questione che ha a che fare con il potere e con coloro che lo detengono. La forza delle mafie – alla costante ricerca di potere, profitto e impunità – sta fuori dalle mafie. Sta nei rapporti che esse sono in grado di accendere e di intrattenere con una serie di soggetti, tra cui, storicamente, spiccano i rappresentanti del mondo politico, a tutti i livelli. Nel corso del tempo, diverse inchieste giudiziarie storiche e giornalistiche hanno dimostrato che non può esistere mafia senza rapporti con la politica, ma che può e deve esistere una politica senza alcun rapporto con le mafie. Spezzare i rapporti tra mafie e politica è una responsabilità non solo degli apparati repressivi, ma anche delle forze politiche nonché dei cittadini elettori. La qualità di una democrazia dipende dalla qualità del consenso.
Incontri da remoto
29 marzo 2022 17,30/19,30
Il rapporto mafie e politica: quando è in gioco la democrazia
Introduzione di Pierpaolo Romani. Con Claudio Forleo, responsabile Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico; Gian Carlo Caselli, già Procuratore di Palermo e Torino; Enzo Ciconte, docente Università di Pavia; Vittorio Mete, docente Università di Firenze
13 aprile 2022 17,30/19,30
Mafia e politica: silenzi e consensi, questioni da affrontare
Rosy Bindi, già Presidente della Commissione parlamentare antimafia; Ilvo Diamanti, docente Università di Urbino; Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico
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11. Verso un paradigma di Giusta Sostenibilità
Giuseppe de Marzo e CGIL, CISL e UIL
Tutti i problemi con cui abbiamo a che fare sono interconnessi, interdipendenti, relazionati. Disuguaglianze, emergenza sanitaria, salute pubblica, lavoro precario insicurezza sociale e alimentare,migrazioni,collasso climatico. Una situazione pericolosa segnata dalla diminuzione della partecipazione dei cittadini alla vita istituzionale del Paese, da una incapacità di ascolto di Governo e Parlamento nei confronti dei corpi sociali intermedi, da un aumento senza precedenti delle disuguaglianze e da una spaventosa concentrazione della ricchezza economica in pochissime mani. Una situazione in cui l’assenza di risposte adeguate ed efficaci accelera il declino della democrazia, rafforzando populismi, destre e movimenti xenofobi e razzisti. Il nostro compito è dare voce ai tanti soggetti sociali e alla cittadinanza attiva che in questi anni di pandemia non si sono rassegnati e hanno rilanciato il loro impegno sui territori contribuendo a dar vita a una geografia della speranza che ancora non ha voce né rappresentanza politica. È questo l’unico spazio di alleanza possibile per ricomporre e rilanciare il “Noi” sulla base della cooperazione, della solidarietà e della reciprocità.
Incontri da remoto
24 marzo 18.00/20.00
19 aprile 18.00/20.00
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