Ue, le proposte del Parlamento per combattere la disinformazione
Fra le misure raccomandate anche il sostegno, destinando finanziamenti pubblici, a mezzi di informazione pluralistici, giornalisti, fact checkers e ricercatori indipendenti e un più attivo coinvolgimento delle piattaforme social e delle università.
Con 552 voti favorevoli, 81 contrari e 60 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato mercoledì 9 marzo i risultati dell’indagine della Commissione speciale sulla disinformazione e l’ingerenza straniera e proposto una serie di misure di contrastare al fenomeno.
«La Commissione speciale ha realizzato un’indagine su come le potenze straniere compromettono i processi democratici nella Ue, manipolando le informazioni e attuando ingerenze», spiega una nota dell’Eurocamera.
Nel report si conclude che «Paesi malintenzionati possono influenzare le elezioni, organizzare attacchi informatici, reclutare ex esponenti politici di alto livello e polarizzare l’opinione pubblica, senza subire alcuna conseguenza».
La relazione finale della Commissione evidenzia, inoltre, una generale mancanza di consapevolezza della gravità dell’ingerenza straniera e della manipolazione delle informazioni, condotte prevalentemente da Russia e Cina, aggravata dalle lacune legislative e dall’insufficiente coordinamento tra i Paesi Ue.
Il Parlamento, prosegue la nota, esorta l’Ue a creare una strategia di contrasto «che includa sanzioni specifiche contro le ingerenze straniere e le campagne di disinformazione. Inoltre, i deputati insistono sul coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica».
Fra le misure raccomandate dai parlamentari europei anche il sostegno, destinando finanziamenti pubblici, a mezzi di informazione pluralistici, giornalisti, fact checkers e ricercatori indipendenti e un più attivo coinvolgimento delle piattaforme social e delle università.
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