La magica percentuale della provincia di Caltanissetta
In una fase storica di crisi generalizzata, ancor più imperante all’interno di un territorio, quello della provincia di Caltanissetta, da decenni preda di percentuali, economiche ed occupazionali, decisamente catastrofiche, non può esserci miglior soluzione di quella legata al mattone e ad ogni altra attività da questo indotta. La presenza di una molteplicità di grandi e piccole aziende edili, del resto, non costituisce una fortuita coincidenza: Gela, insieme agli altri comuni nisseni, non cessa di sfornare entità economiche di tal genere; alla deflazione dei consumi e, conseguentemente, degli introiti, si risponde adottando un’ “etica” del fare che trova nelle costruzioni la più evidente, e pratica, attuazione.
Come da tradizione, però, la committenza pubblica non teme rivali quanto a remunerosità: gli importi garantiti dagli enti locali, infatti, costituiscono preziosi obiettivi da non fallire per gli operatori del settore. La Provincia Regionale di Caltanissetta ha tratto notevole vigoria dal settore dei lavori pubblici, assumendo i panni di principale stazione appaltante dell’area nissena: in un arco temporale avviatosi nel luglio del 2007 per concludersi, allo stato attuale, nel marzo prossimo, sono state bandite dal massimo ente territoriale 45 gare d’appalto.
Risorse essenziali, idonee alla strutturazione di una, seppur minima, catena economica, in grado di saldare all’imprenditoria, locale e non, i destini di operai, trasportatori, venditori all’ingrosso. Le diverse opportunità fornite dall’organo amministrativo, attualmente guidato da Giuseppe Federico, esponente di spicco del Movimento per le Autonomie del Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, non hanno mancato di suscitare interesse, tanto da attrarre centinaia di competitori: come suol dirsi, tentare non nuoce…
Le regole economiche, peraltro, non perdonano; la vittoria, normalmente, può conseguirsi solo cercando di presentare la migliore possibile delle offerte: per quanto concerne le gare d’appalto pubbliche, quindi, ogni partecipante, al fine di prevalere sugli altri, dovrà proporre il maggior ribasso possibile, ovvero certificare la realizzazione di una determinata opera al minor costo; il guadagno dovrà essere garantito sia in favore della stazione appaltante, sotto forma di costi più blandi da sostenere, che dell’azienda esecutrice, mediante più laute somme da incassare a fronte dei lavori da condurre.
Osservando più dettagliatamente le modalità di svolgimento delle gare esperite dalla Provincia Regionale di Caltanissetta, però, qualche elemento non sembra coincidere con la corretta modulazione della competizione di mercato: tutte le gare indette, a seguito dei relativi bandi, dal 26 febbraio del 2008 al 2 dicembre del 2009, in attesa della risoluzione di quelle non ancora conclusesi, hanno permesso l’assegnazione dei lavori solo attraverso un sorteggio, a causa della proposizione di offerte del tutto uguali da parte delle entità economiche in campo.
La “fatidica” percentuale di ribasso, onnipresente ad ogni competizione indetta, si attesta al 7,3152%: nessuna delle imprese interessate, infatti, aldilà dell’ammontare dell’importo a base d’asta, appare disposta ad andare oltre tale confine. Tra gli appalti più ambiti del 2009 vi era, indubbiamente, quello inerente i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della Strada Provinciale n. 231, per una base d’asta di 1.040.000,00 euro, vinta, attraverso sorteggio, dall’impresa, “Ma.Gi. Srl” di Gravina di Catania, con un importo netto finale di 944.458,11 euro; tale era la posta in gioco da spingere 362 aziende a prendervi parte, ma nessuna a distaccarsi dalla “percentuale magica”, ovvero 7,3152 %.
Quale interesse può indurre la quasi totalità dei concorrenti di un vasto mercato economico ad agire in opposizione alle rispettive esigenze d’impresa? Quali ragioni stanno a fondamento dell’abissale divario esistente tra le strategie adottate dai partecipanti alle gare d’appalto pubbliche bandite nel resto della penisola, per le quali si procede con una media di ribassi attestata tra il 15% ed il 18%, e quelle applicate dagli operatori siciliani, assolutamente indisponibili ad oltrepassare quella che non può più definirsi una comune linea di demarcazione, bensì il valico per eccellenza, da non violare per alcuna ragione?
Le gare predisposte dall’ente provinciale, peraltro, pur non essendo dominate da nessuna azienda in particolare, hanno, comunque, consentito, in base ai risultati generati, di premiare entità economiche concentrate tra la zona nissena e quella agrigentina: si è così consolidato un asse che va da Favara, rappresentata dalla ditta individuale “Zambito Marsala Maria Giuseppa”, dall’azienda “Terman Società Cooperativa di Produzione e Lavoro” e dalla “M.P. Costruzioni srl”, ad Agrigento, con la “Eledil srl”, la “Co.Ge.Ma.La. srl” e la “Tmg Costruzioni srl”, passando per San Cataldo e Caltanissetta, per merito della “Blas Costruzioni srl”, della “Anzalone Luigi & C. srl” e della “Bonelli Costruzioni srl”, lambendo Gela, con la “Sion srl”, Mussomeli, grazie alla ditta “Piazza Costruzioni srl”, Bompensiere, attraverso la “Co.Rea.L. Soc. Coop. arl” ed ancora Campobello di Licata, per il tramite della “Cogen srl”.
“Ormai senza quel ribasso non è possibile pensare neanche all’aggiudicazione di lavori di piccola entità”, questo lo sfogo di uno dei tanti imprenditori che puntualmente, ovvero alla notizia di un nuovo bando provinciale, sfida la “sorte”, mutatasi, intanto, in un bussolotto o in un foglietto piegato, pronti per essere estratti. Solo nell’ultima gara conclusasi, quella bandita il 2 dicembre scorso, concernente i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della strada provinciale n. 24, ben 290 partecipanti hanno proposto il medesimo ribasso, tanto per cambiare pari al 7,3152%.
Recentemente, però, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia ha stabilito, mediante ordinanza, l’obbligo del trasferimento alla competente Procura della Repubblica di tutta la documentazione di gara, qualora sussistano ribassi identici rispetto all’importo a base d’asta. Una prima reazione alla decisione dei giudici amministrativi regionali si è dipanata nel capoluogo di provincia: la procedura di aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento del “Palazzo Duca di Villarosa Notarbartolo” si è bloccata; il motivo, come ovvio, la proposizione di più offerte tutte imperniate sulla medesima percentuale di ribasso, la “magica” 7,3152%.
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