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Anniversario Mario Francese, il ricordo di Assostampa Sicilia

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Il 26 gennaio del 1979 Mario Francese, dopo aver terminato il suo lavoro al Giornale di Sicilia, stava facendo rientro a casa in viale Campania.

A pochi passi da casa lo aspettava Leoluca Bagarella, il killer dei corleonesi che lo uccise a colpi di pistola.

“Oggi 43 anni dopo il suo ricordo – scrive in una nota Assostampa Sicilia – rimane vivo e rappresenta ancora un modello per tutti i giornalisti che continuano a credere che il proprio mestiere sia quello di raccontare e capire la realtà in cui vivono. Mario Francese l’aveva fatto raccontando per primo l’assalto dei corleonesi alla città quando questo ancora non era nemmeno negli atti giudiziari, seguendo con il suo grande fiuto da cronista le prime notizie slegate l’una nell’altra, ma che lui era riuscito a mettere insieme, realizzando la prima inchiesta sugli affari della diga Garcia”.

Anche Assostampa Sicilia ha ricordato questa mattina, in viale Campania, con il segretario regionale Roberto Ginex, la presidente del Consiglio regionale Tiziana Tavella, il segretario della sezione di Palermo Giuseppe Rizzuto, il sacrificio di Francese nella commemorazione a cui hanno preso parte il figlio Giulio, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Roberto Gueli, il vice presidente Salvo Li Castri, il consigliere Filippo Mulè, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto Giuseppe Forlani e i massimi vertici delle forze dell’ordine. La cerimonia si è svolta in forma ridotta e con le limitazioni previste dalle direttive anti Covid in vigore.

Mario Francese è stato ricordato davanti alla lapide, posta in viale Campania su iniziativa del Gruppo cronisti siciliani che da anni è impegnato nella l’attività di tenere viva la memoria sull’impegno e sul sacrificio dei giornalisti, i quali su questo fronte hanno perso purtroppo la vita in Sicilia.

Per queste ragioni, nei mesi scorsi la segreteria regionale di Assostampa ha ritenuto di esporre nella propria sede le immagini di tutti i 9 giornalisti uccisi, mentre svolgevano il proprio lavoro, cioè quello di informare al meglio i propri lettori svolgendo quindi quel ruolo di presidio della democrazia che è compiuta solo quando l’informazione è libera e responsabile.

“Una lezione – scrive Assostampa Sicilia – che viene dall’esempio proprio di Mario Francese la cui morte ha segnato in maniera decisiva la storia di Palermo negli anni in cui la strategia del terrore mafioso non solo ha insanguinato le strade della città, ma ha indirizzato pesantemente il destino politico e sociale di tutta la Sicilia”. Il sindacato unitario dei giornalisti siciliani, nel ricordare Mario Francese, intende fare propria questa lezione di vita e di professione invitando tutti a segnalare non solo le difficoltà in cui vive oggi la professione, certamente molto diverse da quelle degli anni 70, ma a denunciare anche tutti i tentativi di rendere sempre più difficile il racconto della realtà sia attraverso gli ostacoli che si frappongono tra i cronisti e le fonti, ma anche con i tentativi sempre più forti di rendere precario il rapporto di lavoro e di mettere così in discussione l’indipendenza di ciascun giornalista.

“Dobbiamo chiederci cosa significa oggi il sacrificio di Mario Francese – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -, un giornalista che seguendo la cronaca ha trovato la morte perché esercitava con dignità e libertà il proprio mestiere. Si occupò dei Corleonesi, selvaggi e incivili, al tempo sottovalutati da molti ma in realtà detentori del controllo delle istituzioni e del territorio che governavano spargendo sangue e sedendo sugli scranni del potere. La mafia governava e aveva il volto delle istituzioni. La memoria ci interroga, inevitabilmente, e ci rimanda agli ultimi episodi di cronaca: penso ad esempio al fenomeno dei rifiuti ingombranti abbandonati in molte zone della città. Può sembrare semplice inciviltà, così come i recenti raid contro il Centro Padre Nostro, ma in realtà tutto ciò, non mi stancherò mai di denunciarlo, risponde ad un preciso disegno culturale e criminale organizzato che occorre individuare e sanzionare e che rischia di collegarsi alle ingenti risorse del PNRR, trasformando un atto di inciviltà nella costituzione di un blocco sociale criminale che diventa economico e che rischia di tornare ad assumere il volto delle istituzioni. Ecco cosa significa fare memoria, oggi, di Mario Francese: essere attente sentinelle per tutelare la società e il territorio da gravi fenomeni di inciviltà che si fanno cultura e sistema di potere. La lezione di Francese è preziosa e tutta la città di Palermo deve gratitudine e ammirazione ad un giornalista ucciso per avere svolto, con grande impegno e passione, il proprio mestiere”.

Assostampa Sicilia

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43 anni fa il giornalista Mario Francese fu ucciso a Palermo dai sicari di Cosa nostra

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