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Le Rai. Colloquio con Nino Rizzo Nervo

Di Norma Ferrara il . Atti e documenti

Ad Acquasparta, fra i tanti temi in programma, ci si confronterà sui temi della Costituzione, della difesa dell’Articolo 21. Si parlerà quindi inevitabilmente anche del Servizio pubblico: dell’azienda Rai.  Una Rai spesso al centro di polemiche per i contenuti dei Tg, accusati di  dedicare molto spazio agli argomenti di cronaca, meglio se legata a delitti individuali, e molto poco ai fatti che rappresentano dinamiche sociali, dal lavoro, al diritto allo studio, all’economia, all’immigrazione, alla criminalità organizzata.

Un’analisi contenuta anche nell’ultimo rapporto presentato a Milano dalla fondazione Unpolis e in cui il sociologo Ilvo Diamanti, riferendosi al diverso approccio che i media televisivi italiani hanno rispetto a quelli europei, parla esplicitamente di “Tv della paura”. Alla tre giorni di Acquasparta, fra gli altri, parteciperà anche Nino Rizzo Nervo, giornalista e membro del Cda Rai, da tempo in prima linea su molti argomenti delicati che attraversano il dibattito interno ed esterno alla Rai. In questi giorni in molti commentano, ultima l’associazione dei consumatori, il contratto di servizio pubblico che la Rai si appresta a firmare per il prossimo triennio. “Il testo non è ancora in nostro possesso, ne prenderemo visione suppongo nel mese di febbraio – dichiara Rizzo Nervo –  per tale motivo non intendo commentare prima qualcosa che non ho ancora visto. 

Le voci di questi giorni parlano però di un contratto che “aumenterebbe i poteri degli organi di controllo sulla Rai da parte del Governo”. Rizzo Nervo è scettico in merito, spera che questo non sia accaduto, e in qualche modo, sottolinea come “sia difficile che questo accada proprio su un servizio già pubblico” dunque sottoposto già ad un regolare controllo. Informazione , politica e rappresentanza delle istanze sociali di un Paese all’interno della Rai sono temi da sempre al centro del dibatto interno ed esterno all’azienda stessa. Le nomine Rai e le “sostituzioni”. Ha fatto sentire la sua voce Rizzo Nervo anche mercoledì scorso in merito ad alcune paventate  nomine di caporedattori  in alcune sedi regionali Rai; lo ha fatto rivolgendo un invito ad  evitare che queste nomine avvengano proprio in concomitanza con l’inizio di una campagna elettorale che attraversa varie regioni.

 “Quello che ho rivolto è un invito ad evitare certe coincidenze temporali – precisa Rizzo Nervo. Le nomine non sono state ancora fatte, ma non trovo opportuno questo periodo per farle, così ho rivolto quello che è un invito che spero venga accolto”.

“C’è in generale – sottolinea Nervo  – un intensificarsi di nomine in azienda con dinamiche non sempre chiare”. Rizzo Nervo di recente ha anche presentato un esposto alla Corte dei conti per chiedere chiarimenti su alcune consulenze esterne all’azienda, che non venivano comunicate in maniera trasparente. In particolare Nervo commenta la sostituzione di Ruffini alla direzione della terza rete. “Più che di sostituzione parlerei di “rimozione”. Ruffini è stato rimosso dalla direzione del terzo canale della Rai, non mi spiego ad oggi ancora la ragione. O forse si. Quello che posso dire è che era noto a tutti  che questa modifica su Rai tre era stata pubblicamente chiesta dal Presidente del Consiglio”. Tutto questo e molto altro sarà, immaginiamo, anche al centro del dibattito sul servizio pubblico ad Acquasparta. Rizzo Nervo però invita a non semplificare e a non fare di tutta la Rai un caso unico. Alle critiche di racconta di un servizio pubblico appiattito sulla cronaca nera, delitti individuali, e distratta rispetto al racconto della società, il giornalista risponde: “dentro la Rai ci sono diverse realtà, la Rai è fatta di tante Rai. Questo non dobbiamo dimenticarlo.

Penso al Tg3 che sui temi che riguardano il lavoro nero, le morti bianche, il precariato, il diritto allo studio, i conflitti e la criminalità organizzata ha dimostrato sempre una particolare attenzione e dato molto spazio. E’ vero anche che il particolare il Tg1 si riscontrano spesso un’assenza di attenzione ai problemi sociali, e una tendenza ad amplificare le notizie che provengono “dal Palazzo”. Un invito quindi a non generalizzare e a valorizzare le realtà impegnate dentro il servizio pubblico senza scegliere la via della semplificazione. Una realtà complessa quella della Rai, in attesa che il nuovo contratto Rai giunga in azienda, si confronterà sui temi della Costituzione e della democrazia nel Paese, alla tre giorni in difesa della Carta Costituzionale, della legalità, della solidarietà e della libertà. Anche e soprattutto dell’informazione.

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