I falliti e i salvati
La storia è questa. Il 27 aprile 2020 la Corte d’Appello di Catania ha restituito a Mario Ciancio le società sequestrate per mafia in primo grado. Tra le società ci sono la Domenico Sanfilippo Editore Spa e la Iniziative Editoriali Siciliane Srl.
Il passaggio di consegne avviene tra gli amministratori giudiziari e i delegati di Ciancio, Vito Branca e Gabriele Giurato. La Domenico Sanfilippo Editore Spa è sull’orlo del fallimento. “Il bilancio di esercizio al 31/12/2019 si è chiuso con un patrimonio netto negativo per oltre quattro milioni e mezzo di euro”.
Viene allora l’idea di chiudere la società e di incorporarla alla Iniziative Editoriali Siciliane Srl, che oltre alla partecipazione in alcune altre aziende, tra cui la Edisud, editrice della Gazzetta del Mezzogiorno (fallita nel 2020), detiene un consistente patrimonio immobiliare. Obiettivo è quello di rimpinguare le casse del giornale non attraverso immissione di liquidità ma sfruttando il patrimonio aziendale già esistente.
“Io ho difeso sempre l’indipendenza e l’autonomia del giornale, anche nei tempi di crisi cominciati oltre 10 anni fa, rispondendo con il mio patrimonio personale” dichiarava Mario Ciancio all’indomani della confisca. L’operazione di incorporazione per fusione della Domenico Sanfilippo Editore Spa nella Iniziative Editoriali Siciliane Srl avviene nel luglio 2020.
Ciancio però non vuole far scomparire del tutto la società che porta il nome dello zio fondatore del giornale e decide di cambiare il nome alla Iniziative Editoriali Siciliane attribuendole proprio la denominazione Domenico Sanfilippo Editore Società per Azioni. Una scelta, probabilmente, non solo romantica.
I vertici del gruppo Ciancio non si aspettavano però che lo scorso 9 dicembre il Tribunale di Catania avrebbe dichiarato il fallimento della Domenico Sanfilippo Editore Spa, già incorporata e fusa, accogliendo la richiesta della Procura. Troppi debiti, troppe poche certezze circa il loro assolvimento.
Tanti gli interrogativi per una situazione complessa e ingarbugliata sulla quale saranno chiamati a fare luce i curatori fallimentari nominati dal Tribunale, Carmine Catania e Danilo Cannella.
Non succederà nulla in quanto la Domenico Sanfilippo Editore dichiarata fallita, nei fatti non esiste più? Oppure quali conseguenze potrà avere questo fallimento sulla vita del giornale La Sicilia e sui lavoratori della nuova Domenico Sanfilippo Editore? Quali conseguenze sulla fusione avvenuta con la Iniziative Editoriali Siciliane? Vi sono relazioni con ciò che è avvenuto con la società Edisud, editrice del giornale La Gazzetta del Mezzogiorno, per il 70% di proprietà del gruppo Ciancio, dichiarata fallita nel giugno 2020?
E i lavoratori che pensavano di essere dalla parte del più forte e che adesso si trovano con l’incubo del fallimento? E Mario Ciancio che intanto ha avuto restituiti dalla Corte d’Appello i milioni di euro depositati in Svizzera?
Diciotto nella banca UBS di Lugano, intestati alla Attenuata Familienstiftung con sede a Vaduz (Lichtenstein) e di cui lui è l’avente diritto economico; venticinque depositati presso il Credit Suisse di Chiasso, intestati alla fiduciaria Weissdom Handelsanstalt con sede a Vaduz (Lichtenstein).
Nel frattempo nello studio dell’avvocato Branca si studiano le contromosse.
Fonte: I Siciliani giovani, 13/12/2021
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