Consegnato il Premio Nobel per la Pace 2021 a Ressa e Muratov
Nobel, Muratov a Oslo chiede minuto silenzio per reporter uccisi
Giornalista insieme alla collega filippina ricevono Premio Pace.
Alla cerimonia di premiazione del Nobel per la Pace a Oslo Dimitry Muratov e Maria Ressa: “Il premio è per tutti i giornalisti”. Amnesty: “Porre fine alla persecuzione dei media”
“Alziamoci e onoriamo i colleghi miei e di Maria Ressa, che hanno dato la vita per questa professione, con un minuto di silenzio, e diamo il nostro sostegno a coloro che subiscono persecuzioni”. Lo ha detto il giornalista investigativo russo, Dimitry Muratov, durante la cerimonia di premiazione del Nobel per la pace, al municipio di Oslo, vinto insieme alla reporter filippina Maria Ressa. “Desidererei che i giornalisti morissero invecchiando”, ha aggiunto il caporedattore del quotidiano indipendente Novaya Gazeta.
Il mio premio è “per tutti i giornalisti”, ha dichiarato l’altra vincitrice Ressa, che ha co-fondato Rappler, sito web critico verso il governo delle Filippine. I due reporter, che hanno dovuto affrontare le pressioni delle autorità dei rispettivi Paesi, sono stati insigniti del prestigioso riconoscimento per “i loro sforzi nel salvaguardare la libertà di espressione”. Entrambi i premiati hanno avvertito che il mondo ha bisogno di giornalismo indipendente per contrastare il potere dei governi autoritari. La filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov hanno pronunciato le loro lezioni all’Oslo City Hall.
“Sì, ringhiamo e mordiamo. Sì, abbiamo denti affilati e una presa forte, ma siamo il presupposto per il progresso. Siamo l’antidoto contro la tirannia”, ha detto Muratov parlando della sua professione. Il russo, 59 anni, è uno dei fondatori nel 1993 del quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta. Chi occupa posizioni di potere in Russia “sta in questo momento promuovendo attivamente l’idea della guerra e nella mente di qualche folle esperto di geopolitica la guerra fra Russia e Ucraina non è più impossibile”, ha affermato Dmitry Muratov. E’ normale pensare che chi minaccia il mondo con la guerra sia “dovere dei veri patrioti” mentre chi vuole evitare spargimenti di sangue sia un debole. Il giornalismo in Russia in questo momento, ha aggiunto, sta attraversando “una valle buia”, con un centinaio di giornalisti definiti formalmente come “agenti stranieri”.
Ressa, 58 anni, è la prima persona filippina a vincere il Nobel per la pace, ha descritto l’industria odierna del giornalismo dicendo che “l’era della competizione sulle notizie è morta”: “dobbiamo aiutare il giornalismo indipendente a sopravvivere, in primo luogo dando maggiore protezione ai giornalisti e opponendosi agli Stati che li prendono di mira”. La giornalista filippina Maria Ressa inoltre ha lanciato un attacco al vetriolo contro i colossi tecnologici americani, colpevoli secondo lei di aver lasciato che l’avidità alimentasse “fanghi tossici” sui social network.
Ressa ha attaccato “le società di Internet americane” che “hanno permesso a un virus di bugie di infettare ognuno di noi, mettendoci l’uno contro l’altro, facendo emergere le nostre paure, rabbia e odio, e ponendo le basi per l’ascesa di autoritari e dittatori in tutto il mondo”. “Il nostro più grande bisogno oggi è trasformare quell’odio e quella violenza, la melma tossica che scorre attraverso il nostro ecosistema di informazioni, la priorità delle società Internet americane che fanno più soldi diffondendo quell’odio e innescando il peggio in noi”, ha proseguito. “Ciò che accade sui social media non rimane sui social media. La violenza online è la violenza del mondo reale”, ha aggiunto. Ressa ha affermato che i fatti e la verità sono al centro della risoluzione delle maggiori sfide che la società deve affrontare oggi. “Senza fatti, non c’è verità. Senza verità, non c’è fiducia. Senza fiducia, non abbiamo realtà condivisa, nessuna democrazia, e diventa impossibile affrontare i problemi esistenziali del nostro mondo: clima, coronavirus, battaglia per la verità”.
Ressa, il cui sito web è molto critico nei confronti del presidente filippino Rodrigo Duterte, è oggetto di 7 cause legali nel suo paese che, secondo lei, rischiano di metterla in prigione per 100 anni. Attualmente in libertà vigilata, in attesa di un appello dopo essere stata condannata per diffamazione lo scorso anno, ha dovuto chiedere a quattro tribunali il permesso di viaggiare e ritirare di persona il suo Nobel.
Oltre alle medaglie e ai diplomi, i premiati ottengono circa 1,1 milioni di euro da dividere fra loro. Le cerimonie in onore dei nuovi premi Nobel si svolgono a Oslo e Stoccolma il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore Alfred Nobel, ma a causa della pandemia la gran parte delle premiazioni si è tenuta nelle città natali degli insigniti. Una cerimonia è in programma oggi a Stoccolma, tra gli invitati anche il re di Svezia Carlo XVI Gustavo e membri della famiglia reale.
Amnesty: porre fine alla persecuzione dei media
Con la consegna del premio Nobel per la Pace ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov, Amnesty International coglie l’occasione per ribadire che la persecuzione dei media deve cessare. “Amnesty si congratula con Maria Ressa e Dmitry Muratov per questo prestigioso premio, nella speranza che ispiri altri a seguire e loro orme”, ha sottolineato la segretaria generale di Amnesty International Agnes Callamard, si legge in una nota.
“Il governo delle Filippine – continua il comunicato di Amnesty – deve immediatamente far cadere tutte le accuse contro Ressa, che quasi ha mancato la cerimonia (di consegna del premio) a Oslo a causa delle accuse fasulle contro di lei”. Callamard si rivolge poi alle “autorità russe”, affermando che devono fermare l’intimidazione verso testate giornalistiche, definendole “organizzazioni di agenti stranieri”.
Fonte: Rainews
Nobel: Muratov e Ressa a Oslo, minuto silenzio per colleghi uccisi
Giornalista insieme alla collega filippina ricevono Premio Pace
“Alziamoci e onoriamo i colleghi miei e di Maria Ressa, che hanno dato la vita per questa professione, con un minuto di silenzio, e diamo il nostro sostegno a coloro che subiscono persecuzioni”.
Lo ha detto il giornalista investigativo russo, Dimitry Muratov, durante la cerimonia di premiazione del Nobel per la pace, al municipio di Oslo, vinto insieme alla reporter filippina Maria Ressa.
“Desidererei che i giornalisti morissero invecchiando”, ha aggiunto il caporedattore del quotidiano indipendente Novaya Gazeta.
Il mio premio è “per tutti i giornalisti”, ha dichiarato l’altra vincitrice Ressa, co-fondatrice del sito Rappler. I due reporter, che hanno dovuto affrontare le pressioni delle autorità dei rispettivi Paesi, sono stati insigniti del prestigioso riconoscimento per “i loro sforzi nel salvaguardare la libertà di espressione”.
Watch the very moment Maria Ressa (@mariaressa) and Dmitry Muratov received their #NobelPeacePrize diplomas and medals.#NobelPrize pic.twitter.com/tYbf2aSlEM
— The Nobel Prize (@NobelPrize) December 10, 2021
LIVE: Nobel Peace Prize laureates Maria Ressa and Dmitry Muratov hold a news conference https://t.co/WXjGDWbZ7m
— Reuters (@Reuters) December 9, 2021
Journalists Maria Ressa and Dmitry Muratov share joy over Nobel Peace Prize win https://t.co/PBAjVQcwVX
— BBC News (World) (@BBCWorld) December 10, 2021
https://twitter.com/rapplerdotcom/status/1468749756562169859?s=20
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Nobel per la Pace 2021 ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov
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