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Rostagno e Trento: una storia che continua

Di Rino Giacalone il . Piemonte, Sicilia, Trentino Alto Adige

 Una targa in un bar di Trento per ricordare Mauro Rostagno, il sociologo e giornalista ucciso dalla mafia a Trapani il 26 settembre del 1988. Lo scorso 28 dicembre un gruppo di amici di Rostagno si è ritrovato nel capoluogo trentino al Bar Duomo. Un luogo non scelto a caso perchè qui è dove nell’era sessantottina della quale Rostagno fu tra gli animatori avvenivano determinatiincontri e riunioni, le prime riunioni fra gli studenti della Facoltà di Sociologia di quella Università, che successivamente sarebbero stati i protagonisti del ’68.

“Tutto questo – dicono dall’associazione trapanese denominata Ciao mauro che ha voluto mandare un suo messaggio – per creare un rapporto tra tutti i pezzi d’Italia in cui vive la memoria delle vite di Mauro e per iniziare a parlare del processo per il suo assassinio che dovrebbe iniziare fra qualche mese. Il quale, per forza di cose, rappresenterà un momento che interesserà tutto il paese e che ci vedrà coinvolti come collettività e come associazione”.

“Da alcuni anni – ricordano dall’associazione Ciao Mauro nel messaggio da loro inviato a Trento – ci siamo assunti il compito di rappresentare la collettività scelta da Mauro per l’ultima delle sue tante vite. La collettività che lo ha tanto amato, e che in lui si è riconosciuta quando, attraverso una scatola magica, metteva in ordine le verità che a piccoli pezzi erano sulla bocca di tutti. Al suo funerale l’intera città di Trapani ha partecipato come se fosse morto un parente, un amico fraterno, una persona generosa che stava restituendo fiducia nella possibilità di un cambiamento.

La battaglia contro la mafia è sostanzialmente questo: fiducia nella possibilità di farcela, di vivere in un altro modo. Di alzare la testa tutti insieme, consapevoli che la forza della bestia mafiosa è direttamente proporzionale alla nostra paura, al nostro isolamento, alla nostra rassegnazione. Ecco perché noi ci siamo dati il compito di ricostruire un percorso di memoria e di solidarietà, attraverso il quale costruire il nostro capitale sociale. Tutto questo Mauro lo aveva capito e, con tutto l’entusiasmo di cui era capace, aveva cominciato a svolgere un’attività di informazione che disturbava lor signori, perché li ridicolizzava e metteva a nudo il loro potere. Per questo è stato ucciso. Dal potere politico-mafioso”.

Le indagini sul delitto Rostagno sono ancora in corso, dopo la notifica dell’ordine di cattura per il boss Vincenzo Virga ed il già riconosciuto killer di Cosa Nostra trapanese, Vito Mazzara. Una indagine che ha evidenziato l’esistenza di tentativi di depistaggio attorno all’inchiesta: “Ogni trapanese – dicono da Ciao Mauro – conosce bene questa semplice verità. I depistaggi e le cialtronerie di questi lunghi anni non hanno scalfito questa certezza. Forse a Trento, a Milano o a Torino qualcuno, in perfetta buona fede, può avere avuto dubbi.

Nel resto d’Italia molti possono avere creduto, in cattiva coscienza, al delitto tra amici. Tutti insieme possono avere preso le distanze da questa storia e magari anche dal proprio passato. Ma un siciliano sa, e ha sempre saputo, come sono andate le cose. Senza dubbi ed incertezze. Senza se e senza ma, come si dice adesso. Così è stato restituito l’onore a Mauro, ai suoi familiari, ai suoi amici e ai trapanesi che lo hanno amato, ma che non hanno saputo difenderlo. Noi vigileremo perché si arrivi ad una sentenza e perché il processo serva a far luce sugli scenari in cui il delitto è maturato, sulla mafia di allora e di oggi”. Infine un appello dell’associazione: “Per far questo abbiamo bisogno del vostro aiuto e dell’aiuto di tutti i cittadini di buona volontà.

Avremo bisogno di chi racconterà il processo sui media nazionali, degli avvocati che saranno disponibili a sostenere le ragioni delle parti civili, di soldi per le fotocopie e per le spese di giudizio. Avremo bisogno di tutto, ma soprattutto avremo bisogno del vostro calore e della vostra partecipazione. Non vi chiediamo le improbabili staffette che avevate promesso il giorno del funerale di Mauro. Insieme ai grandi giornalisti che promettevano sostegno con un occhio alle loro grandi carriere, mai compromesse da un morto generoso, ucciso in modo -allora- poco chiaro.

 Insieme a quelli che furono gli amici di Mauro che continuano a guardarsi l’ombellico, compiacendosi di loro stessi, senza mai riconoscere il percorso di chi ha contribuito in modo determinante a liberarli dall’infamia. Noi abbiamo cominciato a camminare sulle nostre gambe e intendiamo percorrere il nostro cammino di liberazione, e se ci aiutate pensiamo che possiamo fare un percorso comune, che possa liberare l’Italia intera dalle mafie e dalla violenza del potere”. Sempre per ricordare Mauro Rostagno è stata a lui dedicata una scalata dolomitica.

La guida alpina che ha dedicato questa ascensione, questa nuova via, in memoria di Mauro, è Shanti D. Filippi.

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