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Rom1995, storia di un riscatto civile

Di Giuseppe Parente il . Calabria

Da Reggio Calabria c’è una storia di riscatto che colpisce, nella quale l’impegno civile contro la ‘ndrangheta si intreccia con l’integrazione sociale, la tutela dell’ambiente e degli spazi urbani, lo scambio inter-etnico, la creazione di opportunità di lavoro, quello vero.
E’ la storia della Rom 1995, cooperativa sociale attiva nella raccolta e nello stoccaggio di rifiuti ingombranti e speciali (mobili, elettrodomestici, apparecchiature elettroniche in disuso) nel capoluogo reggino. A raccontarcela è Domenico Modafferi, presidente di questa realtà, un’esperienza unica nel panorama italiano.
Il percorso della cooperativa inizia, come suggerisce il nome stesso, nel 1995, quando un gruppo di volontari attivi nell’Opera Nomadi inizia sviluppare un progetto di inserimento lavorativo destinato a persone di etnia Rom, nell’intento di professionalizzare soggetti che già lavoravano nella raccolta di ferraglie e rifiuti di notevoli dimensioni in giro per la città e di inquadrarli in un ruolo che fosse riconosciuto dalla popolazione e dalle istituzioni locale sotto il profilo formale.
Nel 1997 l’idea viene tradotta nel progetto “Lacio Gave” (in lingua Romanes “La buona città”), che viene finanziato con fondi della Commissione Europea e realizzato tra il 1999 e il 2000. L’iniziativa, destinata a lavori Rom che saranno impiegati nella cooperativa, prevede un corso di formazione qualificante sulla raccolta di rifiuti.
Dal 2001 la Rom 1995 inizia ad operare nella raccolta dei rifiuti ingombranti e di apparecchiature elettroniche fuori uso, a domicilio e su strada, prima per conto del Comune, poi della società pubblico-privata Fata Morgana, che gestisce la differenziata a Reggio Calabria.
«Non un semplice progetto di inserimento lavorativo – spiega Modafferi – ma una vera e propria azione di cambiamento culturale che mirava a cambiare la concezione che il cittadino aveva del Rom. Attraverso l’erogazione di un servizio di pubblica utilità che prima mancava, questi operatori ecologici hanno affermato un’immagine di serietà e affidabilità che da un lato distruggeva gli stereotipi etnici e allo stesso tempo ricuciva il rapporto di fiducia con la comunità locale». Un rapporto perso quando le tradizionali attività economiche dei gruppi Rom, complementari a quelle dell’economia tradizionale, sono state progressivamente soppiantate dai nuovi modelli di produzione e di consumo.
«Garantire un reddito a persone che vengono da una situazione di svantaggio sociale significa inoltre sottrarre potenziali braccia alla mafia, che recluta più facilmente manovalanza laddove non vi sono povertà e disagio».
Un tassello aggiuntivo di notevole importanza per la crescita della cooperativa è stata la consegna, da parte del Comune di Reggio Calabria, di un bene confiscato alla ‘ndrangheta in via Reggio Campi tronco II, costituito da un immobile di 960 mq distribuiti su due livelli e un piazzale di 570 mq. Al momento della consegna, nel 2002, lo spazio era assolutamente inutilizzabile. Il piano terra, l’unico tamponato, aveva soltanto le pareti esterne ed era totalmente sprovvisto dell’impianto elettrico e dei servizi igienici, mentre il primo piano era costituito dai soli pilastri e soletta. Il piazzale esterno era un terreno privo di delimitazioni e coperto da detriti e rifiuti.

Attraverso un progetto proposto all’Amministrazione comunale e finanziato dalla Regione Calabria con fondi comunitari sono stati realizzati i lavori necessari alla realizzazione degli uffici amministrativi della cooperativa, del punto di stoccaggio di rifiuti ingombranti e alla messa a norma del piazzale esterno. Il presidente racconta dei lavori di recupero del bene, «effettuati attraverso il coinvolgimento diretto di diversi ragazzi Rom che hanno così sviluppato un forte senso di appartenenza alla nuova sede del loro posto di lavoro.».

Attualmente la Rom 1995 offre, oltre alla raccolta di rifiuti ingombranti a domicilio,
servizi di spazzamento manuale e igienici, pulizia di cantine e solai, affissioni e – fiore all’occhiello della cooperativa – l’unica isola ecologica della città, dove è possibile depositare gratuitamente scarti di legno, metallo, plastica, imballaggi, apparecchiature elettroniche e contenenti clorofluorocarburi, oltre a cartucce di stampa e di toner esausti. Un insieme di attività che contribuisce a mantenere il decoro cittadino e a prevenire il fenomeno delle discariche abusive sul territorio.

In futuro saranno completati i lavori di sistemazione del piano superiore, nel quale verrà avviata una “Ricicleria”: un laboratorio dove attraverso opere di restauro, falegnameria e tappezzeria, mobili e altri oggetti recuperabili saranno venduti in un bazar alternativo, piuttosto che trasformarsi in rifiuti. Una virtù, quella dei Rom che recuperano gli scarti dell’opulenza nelle nostre città allungandone il ciclo vitale, che dovrebbe far riflettere quanti trasformano vorticosamente merci in spazzatura.

«Grazie all’impegno dei 18 Rom reggini, che attraverso il loro lavoro offrono oggi un servizio di cui beneficia tutta la città, possiamo guardare al recupero del bene – conclude Domenico Modafferi – come una riappropriazione civile a 360 gradi.».

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