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Manifestazione a sostegno di Julian Assange mercoledì 8/9 davanti al Parlamento

Patrick Boylan il . Giustizia, Informazione, Politica, Società

I manifestanti solleciteranno i parlamentari a votare la mozione, presentata il 7 aprile scorso dai deputati di L’Alternativa C’è, chiedendo al governo Draghi di concedere a Assange l’asilo politico in Italia.

L’8 settembre prossimo a Roma, dalle ore 11 alle ore 14 in piazza di Monte Citorio, si terrà una manifestazione – regolarmente autorizzata – a sostegno della mozione 1-00456, presentata alla Camera dal gruppo L’Alternativa C’è, che propone l’asilo politico in Italia per Julian Assange.

Nel preambolo alla mozione, l’autore, il Deputato per L’Alternativa C’è Pino Cabras, riassume il caso Assange e i motivi – umanitari, politici e giudiziari – per i quali la concessione dell’asilo politico s’impone.

Cabras comincia spiegando che Assange, “giornalista, attivista e programmatore informatico, nel 2006 ha fondato il sito wikileaks.org (WikiLeaks) con l’obiettivo di offrire uno spazio libero ai whistleblower,” ossia alle talpe nei governi e nelle forze armate di tutto il mondo disposte a fornire documenti, per quanto sensibili e compromettenti, “rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale.” Si tratta di fatti imbarazzanti per i quali non esistono vie di ricorso all’interno delle relative istituzioni e questo fatto obbliga chi ne viene a conoscenza a diventare una talpa o a guardare sempre dall’altra parte, diventando complice degli abusi osservati. Assange, dal canto suo, ha creato ingegnosi meccanismi informatici che garantiscono a queste talpe il completo anonimato, senza la possibilità di essere rintracciate. Il sito fu preso d’assalto da talpe di tutto il mondo, in particolare nel governo statunitense e nel Pentagono.

“Le rivelazioni di WikiLeaks – Cabras spiega nella sua mozione – “hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a Governi, uomini di potere, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale.”

Un esempio eclatante sono le email segrete di Hillary Clinton, scritte quando lei era Segretario di Stato, che “dimostrano, tra l’altro, il coinvolgimento dell’Arabia Saudita e del Qatar in varie azioni di supporto alla formazione dello Stato Islamico in Siria e in Iraq (ISIS) e pongono concreti dubbi sul coinvolgimento statunitense in esse.”

Già all’epoca molti osservatori avevano ipotizzato che gli USA, tramite la fondazione Clinton, avrebbero promosso, insieme a Qatar e ai sauditi, la creazione del gruppo terroristico ISIS, allo scopo di rovesciare l’allora governo iracheno, che aveva cacciato le compagnie petrolifere americane e invitato quelle cinesi a rimpiazzarle, e poi per rovesciare il presidente siriano Assad – non perché dittatore, ma perché progettava con l’Iran un gazdotto per l’Europa concorrenziale ai futuri gazdotti progettati dagli USA e da Israele. Wikileaks ha finalmente dato sostanza a queste ipotesi con documenti inoppugnabili: le stesse email di Hillary Clinton.

Questa rivelazione è stata così scandalosa che, per via delle pressioni di Washington, non è apparsa in praticamente nessun organo di stampa occidentale. Anzi, usando una tecnica cara a Berlusconi in Italia, Washington ha rovesciato la questione puntando il dito contro Wikileaks e Assange: “Non importa quello che rivelano le email di Hillary Clinton, il vero scandalo è come sono state ottenute: quelle email private sono state hackerate e gli hacker che le hanno fornite a Wikileaks, sembra siano informatici russi. Ciò dimostra, pertanto, l’interferenza russa nella politica e nelle elezioni statunitensi, con la complicità di Wikileaks, e questo è intollerabile!”

E così per mesi e mesi abbiamo sentito continuamente ed esclusivamente questo ritornello, denominato “Russiagate”, al punto di dimenticare di guardare i contenuti – per quanto gravosi – di quelle mail. Perciò la Clinton ha potuto farla franca, facendo diventare Assange il criminale da processare.

Il caso Clinton dimostra che un ottimo lavoro di giornalismo investigativo, come quello svolto da Julian Assange, ha comunque bisogno di una stampa libera di appoggio, che divulghi al grande pubblico le rivelazioni ottenute.  Altrimenti solo gli specialisti ne vengono a conoscenza e, se si tratta di rivelazioni scottanti per un potere amico, essi tendono a tenerle per se.

In ogni caso, oggi Julian Assange rimane detenuto nel Regno Unito in attesta di un’udienza che deciderà sulla sua estradizione o meno negli Stati Uniti. Washington vuole, infatti, poter sottoporre Assange a processo per spionaggio, ai termini dell’Espionage Act del 1917, e mandarlo in prigione per un massimo di 175 anni.

Il 27 e il 28 ottobre prossimo, l’Alta Corte di Londra dovrà decidere sulla richiesta di estradizione avanzata da Washington – donde le svariate manifestazioni a sostegno di Assange in tutto il mondo, tra cui quella dell’8 settembre in Italia, alle ore 11, davanti al Parlamento in piazza di Monte Citorio.

E donde la mozione di L’Alternativa C’è per la concessione a Assange dell’asilo politico in Italia.

Bisogna sottolineare, aggiunge Cabras nella sua mozione, che la stessa detenzione di Julian Assange è stata criticata dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria. Inoltre, “le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli Usa, hanno suscitato forte protesta e appelli per il suo rilascio da parte dell’opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani. Nel novembre 2019, il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata. Si tratta di una dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d’Europa, di cui il Regno Unito è peraltro Stato membro fondatore.”

“Per questa ragione – conclude Cabras – è opportuno esercitare la massima pressione sul Regno Unito affinché comprenda la gravità della situazione e garantisca la protezione di Julian Assange. Finché a Julian Assange non verrà riconosciuta la piena libertà, lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale, il rischio che egli possa andare incontro a violazioni dei diritti umani sarà sempre concreto e incombente, oltre che essere sottoposto a condizioni detentive che violerebbero il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti e ad un processo iniquo che, negli Stati Uniti, potrebbe essere seguito dalla pena di morte, a causa del suo lavoro con WikiLeaks.”

La mozione 1-00456, perciò, “impegna il Governo ad intraprendere, anche in aderenza alle convenzioni internazionali e specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ogni utile iniziativa di competenza finalizzata a garantire la protezione e l’incolumità di Julian Assange da parte delle autorità britanniche e a scongiurarne l’estradizione.”

Pagina di sostegno a Assange creata dagli Statunitensi per la Pace e la Giustizia: http://www.peaceandjustice.it/assange/assange2.htm

Evento Facebook dell’8 settembre postato dal gruppo Italiani per Assange: https://www.facebook.com/events/s/sit-in-per-assange-davanti-al-/816628652370402/

La Mozione 1-00456 è stata presentata da Pino Cabras Mercoledì 7 aprile 2021 e successivamente modificata Lunedì 14 giugno 2021, seduta n. 523.

Fonte: Peacelink

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