Atlante della cultura
In un mondo in cui le guerre si sono dimezzate, le rivalità tra Stati assumono nuove forme; la cultura è diventata una pedina importante, perché oltre a esercitare un’influenza geopolitica tra le più pervasive, si rivela uno straordinario strumento di potere e di controllo.
Perché la Cina, nel pianificare le sue Nuove Vie della Seta, finanzia e fonda università? È vero che la Brexit annuncia l’avvento del Regno Unito come nuovo paradiso fiscale del mercato dell’arte?
In che modo le petromonarchie del Golfo cercano di acquisire legittimità politica costruendo sontuosi musei, progettati dalle archistar più famose e con brand prestigiosi come quelli del Louvre o del Guggenheim?
Perché il K-pop influenza la politica e i mercati finanziari della Corea del Sud?
Come mai il budget culturale dell’Ungheria, il più alto tra quelli finanziati dall’Unione europea, viene utilizzato per amplificare la propaganda sovranista del suo presidente?
E perché l’India sta usando lo yoga per legittimare la deriva autoritaria del nazionalismo hindu?
Attraversando i continenti, Antoine Pecqueur alza il velo sui meccanismi che mettono il soft power della cultura al centro dei nuovi rapporti di forza mondiali.
Trenta tappe ricche di mappe, schemi, grafici per portare il lettore in un appassionante giro del mondo che svela, in un colpo d’occhio, come Stati e imprese abbiano fatto della cultura un cavallo di Troia per consolidare i loro affari.
Antoine Pecqueur
Atlante della cultura
Da Netflix allo yoga: il nuovo soft power
Ediz. illustrata
ADD Editore, 2021
Pagg. 144, € 22,00
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