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Le rotte sarde della droga

Di Chiara Maria Orrù il . Sardegna

L’imprenditore di Alcamo (TP), Leograziano Viola, riusciva con la sua ditta a vincere numerose gare pubbliche d’appalto  per  la manutenzione delle strade nella provincia di Nuoro ed Oristano, grazie a continui ribassi che promettevano prezzi stiacciatissimi. Tuttavia i lavori non sono mai stati compiuti ed i contratti sono stati tutti recessi per inadempienza. In realtà Viola aveva soltanto bisogno di una copertura per i suoi frequenti viaggi in Sardegna. Dentro ai bidoni di vernice trasportati per compiere i lavori sulle strade,  dentro i pneumatici di automobili prese a noleggio viaggiava la droga che serviva a rifornire il mercato sardo.
Con un’imponente operazione e anni di indagini, intercettazioni, pedinamenti e sequestri i carabinieri di Iglesias sono riusciti a sgominare un traffico di droga, che poggiava su due reti. Una specializzata nel traffico di cocaina, operante sull’asse Albania-Spagna-Sardegna, era gestita dal rumeno Mircea Nicu Postolache, latintante per traffico di stupefacenti e violenza sessuale. L’altra che riforniva la Sardegna di hashish e cocaina, lavorando sull’asse Spagna-Lombardia-Sicilia-Sardegna, era gestita da Leograziano Viola. Il punto di intersezione delle due reti era la famiglia Melis di Villamar, nel Medio Campidano. Padre e figlio, ufficialmente allevatori, smistavano la droga per il mercato sardo. Al centro delle indagini anche la villa nelle campagne di Villamar, di proprietà dei Melis, stimata per un valore di un milione e 200 mila euro. Ne è stato chiesto il sequestro ai fini di confisca perché frutto, secondo l’accusa, del narcotraffico.
L’operazione denominata Grugua, dalla zona nelle prossimità di Buggerru (CI) da cui sono partite le indagini nel 2007, è stata coordinata dalla Compagnia dei carabinieri di Iglesias sotto la supervisione della Direzione Distrettuale Antimafia della Sardegna. Sono 32 gli ordini di custodia cautelare eseguiti tra le province di Medio Campidano, Cagliari, Nuoro, Sassari, Verbania, Trapani, Torino, Pescara e Genova. Due le ipotesi di reato formulate dagli inquirenti. Soltanto per alcuni degli indagati, quelli che si ritiene occupassero un ruolo decisionale all’interno dell’organizzazione, si parla di associazone a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Per gli altri, l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti

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