Contro la vendita dei beni confiscati 100mila firme da petizione di Libera
‘Contro la vendita dei beni
confiscati, io ci metto la faccia”. E’ la nuova iniziativa
lanciata da Libera a cui hanno risposto in tantissimi i
tutt’Italia, facendosi fotografare con il cartello
”Vendesi-Questo e’ un bene! non e’ in vendita”. E adesioni
fotografiche sono arrivate dai Modena City Ramblers, da Moni
Ovadia, dal segretario della CGIL Guglielmo Epifani, da
Giancarlo Caselli, Livio Pepino, dal giornalista di Striscia
la Notizia Jimmy Ghione, dalla scrittrice Marcelle Padovani,
dal direttore Tele Jato Pino Maniaci, dall’attore Renato
Scarpa e dal figlio di Pio la Torre, Franco la Torre.
Da Bardonecchia a Palermo, da Casal di Principe a Milano,
da Parma a Foggia, associazioni, scout, studenti, mondo del
volontariato sono scesi in oltre cento piazze per la giornata
di mobilitazione nazionale di Libera ”Niente regali alle
mafie, i beni confiscati sono cosa nostra” contro la vendita
dei beni confiscati come previsto dall’emendamento alla
Finanziaria gia’ approvato al Senato ed in attesa di essere
discusso alla Camera. Per restituire il maltolto ai
territori, ai cittadini alle associazioni. Una giornata
caratterizzata da banchetti con la raccolta di firme
dell’appello che chiede il ritiro dell’emendamento, concerti,
piccoli set fotografici per foto con il cartello ”Vendesi”,
iniziative sui beni confiscati.
Raggiunta quota centomila. Tante sono le firme
dell’appello ”Niente Regali alle mafie-i beni confiscati
sono cosa nostra” lanciato da Luigi Ciotti per chiedere al
Governo ”di ritirare l’emendamento sulla vendita dei beni
confiscati. La vendita dei beni significhera’ una cosa
soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficolta’
del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede
la legge. Non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano
il segno del riscatto di un ”Italia civile, onesta e
coraggiosa”. Una risposta incredibile basata sul passaparola
che far rivivere lo stesso clima e spirito che tredici anni
fa porto’ alla raccolta di un milione di firme per far
approvare la legge per l’uso sociale dei beni confiscati alle
mafie. Centomila persone che hanno firmato online sul sito
www.libera.it e attraverso i tantissimi banchetti che le
tante associazioni aderenti alla rete di Libera stanno
organizzando in giro per l’Italia.
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