Nuovi vertici di MD
Stefano Musolino, sostituto procuratore della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è il segretario generale di Magistratura democratica. Cinzia Barillà, giudice di Corte d’Appello di Reggio Calabria, è la presidente: la prima donna nella storia di Md a ricoprire questo ruolo. L’elezione dei nuovi vertici dell’associazione dei magistrati, da parte del Consiglio nazionale, è avvenuta on-line nella mattinata di sabato 24 luglio.
Due magistrati in Calabria, dunque, si collocano ai vertici di Magistratura democratica: una scelta che Stefano Musolino ha definito «Un’investitura della periferia, coraggiosa e carica di significati, per il futuro del gruppo». Segretario e presidente, i più votati al termine del congresso di Firenze nell’elezione per il Consiglio nazionale subentrano, rispettivamente, a Mariarosaria Guglielmi e a Riccardo De Vito.
Definito anche il nuovo esecutivo. La scelta ha ancora una volta rispecchiato le preferenze ottenute al congresso. Questi i nomi: Andrea Natale, giudice del Tribunale di Torino; Silvia Albano, giudice del Tribunale di Roma; Fabrizio Filice giudice del Tribunale di Milano; Simone Spina, giudice del Tribunale di Siena e Simone Silvestri, giudice al Tribunale di Lucca. Tra i più votati c’erano anche Ottavia Civitelli (giudice del Tribunale di Castrovillari) e Anna Mori (consigliere Corte di Appello di Bologna), ma hanno rinunciato a un ruolo nell’esecutivo per impegni lavorativi, pur rimanendo nel Consiglio nazionale.
L’elezione dei nuovi vertici di Magistratura democratica ha coinciso con un dibattito sulla riforma Cartabia. «Possiamo subire la transizione – osserva Stefano Musolino – oppure viverla rilanciando analisi e proposte, con sano realismo ed attenzione alla complessità. Occorre andare oltre la conservazione dell’esistente, evitando di trasmettere la sensazione di una magistratura chiusa in se stessa, senza abbassare l’attenzione verso riforme che rischiano di modificare l’assetto istituzionale, posto a tutela dei valori di libertà ed uguaglianza su cui si fonda la nostra democrazia. Le vicende di Genova e quelle più recenti di Santa Maria Capua Vetere ci insegnano che le conquiste democratiche non sono definite una volta per tutte, ma vanno coltivate e costantemente tutelate».
«La scelta dei vertici di Md – afferma la nuova presidente Cinzia Barillà – registra il segnale emerso dal momento elettorale dell’ultimo congresso, ovvero l’attenzione verso sedi periferiche in grandissima sofferenza di organico e di risorse, nonché verso ruoli di merito assai disagiati. Al contempo, dimostra l’esigenza che la magistratura torni a vivere come un tema cruciale la decifrazione dei bisogni della società».
L’attivismo di Magistratura democratica in quest’ultimo campo l’ha sempre resa capace di visioni di lungo corso, grazie anche a quello sguardo curioso sui fenomeni, sui luoghi in cui nessuno vuole ficcare il naso, sugli spazi di emarginazione che non interessano alle maggioranze. Il rinnovato segnale di attenzione per la giurisdizione e per i territori impone una mobilitazione generale degli iscritti per il recupero delle sezioni quale centro di ispirazione della linea di azione di Md.
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Magistratura democratica
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