Giulietti:media illuminino mobilitazione nazionale promossa da Libera
Oggi siamo qui per manifestare l’adesione piena e totale di Articolo21 in questa battaglia. Ma anche perchè sentiamo la necessità di lanciare un appello ai media nazionali. Così Giuseppe Giulietti portavoce dell’associazione per la libertà d’espressione, commenta oggi la sua presenza all’asta simbolica di Libera a Roma. “Vorremmo chiedere alle testate di dedicare un centesimo del tempo che dedicano solitamente a rinviati a giudizio e condannati, a questa grande mobilitazione nazionale promossa da Libera e da tante associazioni che chiedono il rispetto della legge sui beni confiscati 109/96”.
Anche Giuseppe Giulietti ha “acquistato” oggi uno dei beni messi simbolicamente all’asta
pubblica fra i 3.200 beni confiscati, che se passasse al
Senato l’emendamento alla Finanziaria, sarebbero messi in vendita e
tornerbbero con altissima probabilità in possesso ai mafiosi. “Mi auguro – prosegue provocatoriamente Giulietti – che questa sera il direttore del Tg1, Minzolini, voglia fare un editoriale a favore di questa grande mobilitazione, cosi come ha fatto con altri argomenti nelle settimane passate”.
Non solo. Giulietti commenta quanto è accaduto ieri nella trasmissione andata in onda su Repubblica.tv, in cui Mantovano citando “i professionisti dell’antimafia” di Sciascia ha sollevato dubbi sulla fondatezza delle osservazioni fatte dall’antimafia sociale all’emendamento. “Mantovano ha scelto parole che usate la prima volta potevano avere il sapore della grandezza di Sciascia, ma riprese oggi hanno il sapore di una farsa, non divertente, ma tragica”. “In un Paese civile – conclude Giulietti . ci sarebbe grande rispetto per il lavoro di Libera e per Luigi Ciotti per il grande impegno profuso nel Paese nella battaglia per la legalità. Una parte di questo Governo sembra invece frequentare con maggiore facilità pregiudicati o persone che hanno frequentazioni rischiossissime, piuttosto che altri”.
Quello di ieri, commenta Giulietti infine, mi è sembrato non solo un attacco al lavoro di Libera ma anche a quella parte della destra che esprime posizioni anni luce differenti da quelle di questo Governo.
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