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Garavini: vendere beni, favore alle mafie

Di Stefano Fantino il . Interviste e persone

Era presente oggi all’asta simbolica organizzata da Libera presso la Bottega di Roma per protestare contro l’emendamento del governo che ne permetterà la vendita’.  Laura Garavini, capogruppo del Pd nella Commissione antimafia,  con ironia ha “comprato” uno dei  beni che sono ancora fermi, occupati, confiscati ma non riutilizzati, messi “all’asta” oggi in via dei prefetti, pubblicamente. ‘In ogni territorio esposto al rischio mafia – afferma la parlamentare – la societa’ civile realizza molti fatti, con un lavoro serio, concreto, fatto spesso lontano dai riflettori […]. Per questo siamo ancora piu’ convinti  che quell’emendamento vada cancellato”.  Libera Informazione ha approfondito con la capogruppo del Pd in Commissione antimafia i vari aspetti connessi alla confisca e al riutilizzo dei beni confiscati, messi a rischio da questo emendamento, in cammino verso la Camera.

Onorevole cosa pensa dell’emendamento alla finanziaria?

Credo fermamente che quell’emendamento sia un favore alle mafie, anche se magari non a tutti quelli che l’hanno votato al Senato questo è apparso chiaro, anche perchè è spuntato all’imporvviso negli ultimi due giorni di approvazione della Finanziaria in Senato.  
Con quell’emendamento si vanifica in un sol colpo un lavoro di 20 anni. Prima di tutto l’impegno di Pio La Torre per rendere effttivo il contrasto economico alle mafie ed  il lavoro fatto dalle forze di polizia e dalla magistratura per rintracciare i beni frutto del riciclaggio, poi il milione di firme raccolte da Libera e l’impegno di tante cooperative ed enti locali per rendere evidente sul territorio che dalla lotta alle mafie e dal riutilizzo dei beni a fini sociali potevano venire anche lavoro, occupazione, attività sociali.
Ora la coseguenza di quell’emendamento è che per l’Agenzia del Demanio sarà più facile dichiarare un bene non destinabile e metterlo in vendita. E chi mai parteciperebbe ad un’ asta per un palazzo appartenuto a Riina? Quale normale cittadino investirebbe i suoi soldi in un’operazione del genere? E’ evidente che a quelle aste parteciperanno solo i prestanome dei mafiosi o società, magari con sede in Lussemburgo, il cui capitale chissà da dove arriva. Ben poco potranno fare i Prefetti per evitarlo.

L’emendamento della maggioranza è giustificato dal governo dal fatto che permetterebbe di destinare nuove risorse alla giustizia ed alla sicurezza…
Questa è un’altra menzogna, innazitutto perchè anche vendendo tutti i beni attualmente non assegnati le risorse sarebbero ben poche, perchè prima bisognerà pagare le ipoteche accese dalle banche, il vero motivo per  il quale molti dei 3000 beni non sono assegnati. In secondo luogo perchè se si volessero recuperare risorse dale confische basterebbe escludere il Ministero del Tesoro dai beneficiari  delle risorse liquide che stanno affluendo ai Fondo Equitalia Giustiza. Con la vendita dei beni si pensa di dare a Giustizia ed Interni 100 milioni di euro, con la mia proposta sarebbero almeno 300 milioni euro in più, e senza mettere all’asta gli immobili.
Però di fatto sarà molto difficile che si riesca a destinare un bene, nei 90 giorni più altri eventuali 90…
Allo Stato attuale direi quasi impossibile. Sono almeno 5 anni che in Commissione Antimafia si sono approfonditi i vari problemi che rendevano difficile l’assegnazione nei tempi previsti: l’unico rimedio adottato finora è stato il potere di destinare i beni assegnato ai Prefetti al posto dell’agenzia del Demanio, una variazione che potrebbe migliorare i tempi, di certo non abbaterli improvvisamente a 90 giorni. Se poi dal Governo arriveranno pressioni per mettere i beni all’asta, allora è certo che in 90 giorni verranno assegnati pochissimi beni. E’ esattamente come per il processe breve, visto che i tempi della giustizia sono lunghi il Governo non fa niente per migliorarli ma decide per legge che i processi non debbono durare più di 2 anni per ogni grado di giustizia. Con l’unico risultato di fare molti favori a qualche imputato.
Maroni aveva promesso l’agenzia dei beni confiscati, invece…
Maroni ci ha abituato a dichiarazioni, anche molto solenni in Commissione Antimafia ed in aula alla Camera, puntualmente smentite dai fatti. Dal mancato scioglimento del comune di Fondi, una scelta che ha aperto le porte di quel territorio agli interessi criminali più pericolosi, alla diminuzione delle risorse per la sicurezza (aveva anche minacciato di dimettersi) alla mancata istituzione dell’Agenzia per i beni confiscati, una promessa fatta proprio all’inizio della legislatura Ora non sappiamo neppure se verrà confermata la scelta del Commissario di Governo per i beni confiscati.
In questo modo la legge 109 è come morta?
Purtroppo nella sostanza si. Sarà molto più facile per il Demanio decidere che un bene deve andare all’asta, piuttosto che intraprendere la strada del coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni per destinare un bene a fini sociali. E poi è facile prevedere che all’asta finiranno subito i beni appetibili dal mercato perchè in buone condizioni, mentre alle associazione si chiederà di gestire quelli meno remunerativi o in cattive condizioni: una sorta di ricatto morale.
Che valore ha un bene confiscato e restituito alla collettività?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere con le parole. Io credo che chiunque abbia dei dubbi sul valore intrinseco di questa scelta debba andare a visitare una cooperativa che lavora su un terreno confiscato, debba vedere una caserma dei Carabinieri realizzata dentro il palazzo di un boss, debba trascorrere un pomeriggio in un centro di volontariato aperto in un quartiere solo e soltanto grazie alla disponibilità di un bene confiscato. Solo così si percepisce il senso di vittoria dello Stato e dei cittadini nel recuperare all’utilizzo comune un bene che le mafie avevano conquistato con i soldi della droga, del racket, dei vari traffici.
In che modo agirà la Commissione? Auspica una presa di posizione di Pisanu?
Come PD abbiamo chiesto che la Commissione discuta in maniera seria su quell’emendamento. La Commissione ha una lunga tradizione di posizioni condivise tra maggioranza e opposizione in questo settore e noi siamo convinti che ragionando assieme si possa convincere il Governo a cambiare la sua posizione, rinvenire nuove risorse per la Giustizia e gli Interni da altre voci di bilancio, ed evitare un colpo così duro all’azione comune contro le mafie portata avanti in questi anni. Io spero che anche il Presidente prenda posizione su questo tema alla luce delle tante forme di protesta civile, rispettosa, ma ferma che ci sono state in questi giorni. la vendita dei beni va fermata.

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