‘Ndrangheta e narcotraffico, un legame inscindibile
Gran parte della cocaina sequestrata ogni anno nei porti di Gioia Tauro e negli altri porti è importata dalla mafia calabrese che, da anni, controlla anche alcuni punti di arrivo della merce proveniente dai paesi sudamericani, in Germania, Belgio e Olanda.
Gli affari vanno straordinariamente bene a giudicare dai quantitativi di sequestri effettuati nel 2020 dalle forze di polizia italiane (13,4 ton, record assoluto, oltre 6 ton in questi primi sei mesi del 2021 e circa 40ton nei porti di Amburgo, uno dei più importanti in Europa e Anversa).
A ricordare il ruolo dominante della ‘ndrangheta nella gestione del narcotraffico internazionale di cocaina verso l’Europa è stata, nel mese di giugno scorso, la DCSA in occasione della presentazione della relazione annuale 2021 (dati del 2020) sulle attività svolte e i risultati conseguiti nella lotta al traffico degli stupefacenti.
Confermata nel 2020 la stabilità delle attuali cosche nei vari “mandamenti” (ionico, di centro, tirrenico), nei capoluoghi del crotonese, catanzarese, vibonese e cosentino, la DCSA evidenzia i collegamenti della ‘ndrangheta “..funzionali alla gestione del narcotraffico, con componenti di Cosa Nostra, della Camorra, delle organizzazioni criminali pugliesi, nonché con compagini criminali straniere” richiamando anche una recente audizione (29 aprile 2021) del Capo della Polizia innanzi alla Commissione parlamentare Antimafia.
La realtà è che la mafia calabrese è “padrona” del commercio di cocaina in tutto il mondo e se già nel 2008 gli USA decisero di inserirla nella “lista nera” del narcotraffico per cercare di impedire l’inquinamento del sistema economico finanziario americano, più recentemente (settembre 2020) Europol “ha valutato la minaccia della ‘ndrangheta come la più rilevante indicandola tra le più qualificate organizzazioni criminali al mondo”.
La mafia calabrese è particolarmente radicata in Olanda, Belgio e Germania “..ove attraverso dirette profanazioni territoriali, gestisce l’arrivo, lo stoccaggio e la distribuzione della cocaina”.
In Germania, in particolare, si rileva, da anni, “..la pervasiva presenza della struttura criminale calabrese nelle città di Duisburg (si ricorderà la strage di Duisburg del 2007, ndr), Erfurt, Munchen, Leipzig, Neurkirchen-Vluyn, Dizisau, Bous e Bochum”. Lo stesso Ministro dell’Interno tedesco, in risposta d una interrogazione parlamentare (pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, 2020), ha sostenuto una presenza attiva su tutto il territorio nazionale di una ventina di strutture criminali calabresi (con circa 800/1.000 affiliati complessivamente), riproduzione fedele della struttura di provenienza con la quale mantengono consolidati collegamenti.
L’aumentato scambio informativo degli ultimi tempi (finalmente!) nel contesto della task force “Italia-Germania” e acquisizioni investigative hanno consentito anche di rilevare l’esistenza di “..reciprocità relazionali tra i vertici del “cartello balcanico”, stanziali anch’essi in Germania, ed esponenti di spicco delle cosche calabresi, che hanno consolidato proficui canali di collaborazione criminale, creando una joint venture di ampia portata”.
Una situazione criminale generale che dovranno fronteggiare apparati investigativi e giudiziari alle prese anche con non pochi problemi connessi ad una criminalità predatoria sempre più violenta.
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