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Lettera aperta a Gianni Speranza sindaco di Lamezia Terme

Di Tonio Dell'Olio il . L'analisi

Il sindaco di Lamezia Terme due giorni fa ha subito un’aggressione e intimidazioni da parte di un “cittadino” nel corso di un incontro con gli inquilini delle 11 abitazioni che i militari del Genio stanno demolendo a seguito di una sentenza passata in giudicato che ha dichiarato quelle costruzioni abusive.

Caro Gianni ti sono vicino con tutta l’amicizia di sempre. Anzi di più. Perché hai avuto molto coraggio ad accettare la candidatura a sindaco di una città di 70mila abitanti, con un forte tasso di presenza criminale e alle spalle due scioglimenti (1991 e 2002) dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose. Ma tu lo sai bene: Lamezia non è città di mafia! È territorio di gente onesta e laboriosa che ha bisogno di riprendere fiducia nello Stato, di sentirsi parte di una comunità che rispetta le regole che le consentono una convivenza civile. 
Chi ha costruito quelle case e chi le ha comprate era sicuro di farla franca. Come sempre. Perché nessuno denuncia e perché prima o poi un condono arriva a rendere legale ciò che è illecito. Altri al posto tuo si sarebbero voltati dall’altra parte perché chiedere il rispetto delle regole non crea consenso. Altri non avrebbero scelto la strada del dialogo perché rischioso. Per parlare chiaro, altri avrebbero considerato che “tengo famiglia, chi me lo fa fare”. 
Caro Gianni, Lamezia non è confine d’Italia ma avamposto di legalità. Non è città di ‘Ndrangheta ma perla di bellezza che chiede riscatto. Tu sappi che non sei solo in questa partita in cui giochi da centravanti ma hai compagni di squadra in ogni parte d’Italia. Ti abbraccio.

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