In ricordo di Bruno Caccia, per chiedere verità e giustizia
Abbiamo ricordato Bruno Caccia, a 38 anni dal suo assassinio.
Magistrato competente, preparato e integerrimo è stato ucciso sotto casa da sicari assoldati dalla ‘ndrangheta, perché con lui non si poteva trattare, scendere a compromessi.
Oggi, di fronte alla lapide che lo ricorda, abbiamo posato dei fiori per non dimenticare la sua figura, il suo impegno, le sue scelte.
Con noi i familiari di Caccia, i bambini della scuola D’Azeglio ( il cui Istituto comprensivo a settembre verrà intitolata proprio al magistrato), le Istituzioni, i presidi, comuni cittadini.
La vita di Bruno Caccia insegna, a noi tutti, nella quotidianità, che il gesto più rivoluzionario è fare ognuno la nostra parte, per creare una società più giusta, libera da mafie e corruzione.
Invitiamo la cittadinanza a porre un fiore sotto la lapide in via Sommacampagna, a Torino, oggi 26 giugno nel luogo in cui la ‘ndrangheta, 38 anni fa, ha posto fine alla vita di Bruno Caccia.
Bruno Caccia è stato assassinato dalla ‘ndrangheta perché con lui non si poteva scendere a patti.
La vita del magistrato torinese, assassinato nella nostra città per volere di Domenico Belfiore, il 26 giugno del 1983, ci insegna a non trovare alibi, a non scoraggiarsi di fronte “al così fan tutti”. Ci ricorda la necessità di fare il proprio dovere, nonostante le difficoltà.
Abbiamo scelto di posare dei fiori sul luogo dove dei sicari hanno interrotto la sua vita col piombo, per non dimenticare i suoi insegnamenti e chiedere che venga fatta piena luce sul suo assassinio.
#memoriaeimpegno
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