Di Matteo è in pericolo, non lasciamolo solo
E così, mentre la scena politica nazionale non offre motivi per gioire, si apprende che per Nino Di Matteo Cosa Nostra “ha già dato la sentenza”.
Tuttavia, come hanno insegnato sia Falcone che Borsellino, si muore quando si viene lasciati soli, quando le battaglie per cui ci si sta sacrificando vengono puntualmente perse perché sono proprio i “tuoi”, quelli che dovrebbero stare dalla tua parte, la parte dello Stato, a cedere.
E così, fra una continua, voluta, disattenzione verso i fenomeni mafiosi, ed un dibattito capzioso sull’ergastolo ostativo e sul 41 bis, alcuni uomini particolarmente esposti nel contrasto alle mafie vengono di fatto dimenticati, lasciati soli, quasi fossero loro il problema.
Nino Di Matteo è un uomo di questi, un magistrato che non ha abbandonato mai il fronte, un magistrato che qualcuno che lo conosce meglio di me ha definito un “monolite”. Questi uomini hanno inferto colpi tremendi all’organizzazione mafiosa, e di questi uomini le mafie si devono preoccupare, non di quelli con cui è possibile ragionare sedendosi allo stesso tavolo.
Per questo motivo Di Matteo, ma soprattutto la sua immagine, la sua autorevolezza, sono costantemente in pericolo: sta a noi ribadire con fermezza che al primo posto fra le priorità delle politiche pubbliche non vi è altro se non la lotta alle mafie, alla criminalità organizzata che vendendo morte colpisce diritti e conquiste sociali e politiche enormi.
Ma con tanti politici che pensano a tutt’altro, non possiamo stupirci se poi qualcuno, perché impegnato con tutte le sue energie a fare rispettare l’ordinamento democratico, dovesse essere delegittimato, “mascariato”, perché ora le mafie hanno cambiato strategia, senza più impiegare tritolo o kalashnikov, ma ricorrendo al sistema, ben più efficace nella società della comunicazione di massa, dei corvi, dei propalatori di mezze verità mischiate con la menzogna, che sono i veri killer di chi, da “monolite”, combatte l’agire di Cosa Nostra e delle altre mafie.
* Presidente Commissione Parlamentare Antimafia
*****
IL PIANO DI MORTE
Il primo a parlarne fu il pentito Galatolo. Ora è Bellocco, boss della ’ndrangheta, mentre discute di Brusca con un altro detenuto: è il 1° giugno [di Giuseppe Pipitone] https://t.co/nHs6uCX18g— Il Fatto Quotidiano (@fattoquotidiano) June 25, 2021
''Ammazzano Di Matteo'', nelle parole del boss Bellocco torna l'allarme per il magistrato https://t.co/zUrXLLiOLX #dimatteo #ninodimatteo #mafia #ndrangheta #bellocco #statomafia #trattativastatomafia pic.twitter.com/G0gFistF9D
— ANTIMAFIADuemila (@antimafia2000) June 25, 2021
“Anche il giudice Di Matteo lo ammazzano. Gli hanno già dato la sentenza".
A parlare è Gregorio Bellocco, boss della ’ndrangheta.
E c’è ancora chi fa finta di non capire.
Accendiamo i riflettori sul dottor Nino Di Matteo.
Basta lacrime di coccodrillo, successive ed ipocrite. pic.twitter.com/hMaxlsHQP2— Paolo Borrometi (@paoloborrometi) June 25, 2021
“Anche il giudice #DiMatteo lo ammazzano. Gli hanno già dato la sentenza”: parole del boss di #ndrangheta #Bellocco intercettate nel carcere di Opera e rivelate da @pipitone87 @fattoquotidiano Chi deve, agisca ora per sventare l'ultima minaccia della #mafia #IostoconNinoDiMatteo https://t.co/ReCZIFtBsU pic.twitter.com/RSlPPn3Sr3
— Lorenzo Frigerio (@lorenz_frigerio) June 25, 2021
Trackback dal tuo sito.