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Anno 2009, «fuga» dalle procure d’Italia

Di Rino Giacalone il . Sicilia

Le norme varate dal Governo Berlusconi che sulla carta dovevano servire a non far restare sotto organico le procure di frontiera, si sono rivelate inutili. Colpa di altre norme, come quelle che impediscono ai magistrati di prima nomina a scegliere come primo incarico l’ufficio del pubblico ministero. Legge che il Governo non vuol toccare nonostante i chiari effetti prodotti.

Se ieri erano sotto organico le procure cosiddette di frontiera, come quelle delle provincie siciliane e del meridione in genere, adesso la stessa cosa si sta estendendo anche ad altre procure, come quelle di Palermo e anche Verona. E con le procure sotto organico è difficile fare la lotta al crimine. Un bel paradosso mentre si sente parlare di alzare il livello di sicurezza delle nostre città o si dice di volere battere le mafie ed i loro complici.

Dopo avere depenalizzato una serie di reati adesso sta accadendo che si riduce il numero dei pm. A Trapani in un sol colpo il Csm ha deciso sul trasferimento di tre pm, mentre nessuno presenta domanda per venire a fare qui il magistrato. Con la norma che concede incentivo economico per un periodo di assegnazione minimo di 4 anni, è arrivato un solo pm.

La fuga dei magistrati dalle procure diventa sempre più allarmante. Per 16 posti da pm a Palermo non è stata presentata nemmeno una domanda valida; la stessa cosa è accaduta in un’altra cinquantina di uffici requirenti in tutta Italia, che in passato, invece, erano molto ambiti dalle toghe, come per esempio la procura di Verona. Il Csm tira le somme dell’ultimo concorso bandito per la copertura di 197 posti in 96 procure italiane. E il bilancio è più che preoccupante: oltre il 60 per cento dei posti (112) sono rimasti scoperti. Ed è allarme soprattutto in Sicilia, visto che la quasi totalità delle procure (13 su 14), è rimasta senza aspiranti.

«È una tragedia» dice il consigliere Csm ed ex procuratore di Sciacca Dino Petralia, che giudica «incredibile» la desertificazione di procure che stanno conducendo importanti inchieste di mafia, come quella che qualche giorno fa ha portato all’arresto del numero due di Cosa Nostra Mimmo Raccuglia.

La situazione di maggiore emergenza riguarda la Sicilia: oltre a quella di Palermo tra le procure rimaste senza aspiranti ci sono quelle di Caltanissetta (dove sono state riaperte le indagini sulle stragi mafiose e dove resteranno scoperti 4 posti), Catania (8 scoperture), Ragusa (2), Messina (5), Trapani (2) e Agrigento (3). L’unica procura siciliana che ha ricevuto una domanda valida è quella per i minorenni di Catania. «Oltre il danno, la beffa» commenta sconsolato Petralia, visto che quel posto sarà coperto con un magistrato della procura ordinaria della stessa città, sguarnendo ulteriormente quell’ufficio giudiziario.

Allarme anche in Calabria dove 10 procure sono a corto di sostituti, tra cui Catanzaro Cosenza e Crotone. E la fuga dagli uffici requirenti ormai è un problema anche per il Nord: non solo per Verona non c’è stata nessuna domanda, ma la stessa sorte è toccata ad altre 14 procure, tra le quali Brescia, Bergamo, Vercelli, Gorizia e Belluno. «È sintomatico che per la procura di Verona, dove fino a qualche tempo fa c’era la fila per andarci a lavorare, non ci sia nessun aspirante – rileva l’ex procuratore Petralia -. Ed è incredibile che questo sia accaduto nella pressocchè totalità delle procure siciliane, 14 su 13, e che non ci sia nessun aspirante nemmeno per Palermo».

«La fuga dalle procure – spiega il consigliere Csm – è l’effetto dello spauracchio della separazione delle carriere; ma anche della situazione di collasso operativo in cui le procure si sono venute a trovare per effetto della norma che impedisce ai magistrati di prima nomina di svolgere le funzioni di pubblico ministero: nessuno ci vuole più andare a lavorare perchè il carico di lavoro è insostenibile». E le prospettive sono sempre più fosche: «Stiamo arrivando all’assurdo di avere in servizio nelle piccole e medie procure solo il dirigente, come per esempio a Enna».

Anche il Nord non è esente dalla fuga di magistrati: per Verona non c’è stata alcuna domanda, oltre a Brescia, Bergamo, Vercelli, Belluno; in tutto 15 Procure. Inoltre si evidenzia come tre Procure siano destinate a funzionare solo con magistrati presi in prestito da altri uffici; 14 sarebbero sull’orlo del fallimento come Crotone, Gela, Ivrea, Casale Monferrato e Barcellona Pozzo Di Gotto.

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