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Sequestrati beni per oltre 2 mln euro ad imprenditore casertano, ritenuto contiguo ai casalesi

Redazione il . Brevi, Campania, Criminalità, Economia, Mafie

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del Direttore della DIA, nei confronti di un imprenditore edile della provincia di Caserta.

Le indagini svolte dalla DIA sul destinatario dell’odierna misura, delegate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno consentito non solo di ricostruire il suo assetto patrimoniale, ma anche di delineare la sua “pericolosità qualificata”, derivante dai rapporti emersi con il clan dei casalesi, fazione Zagaria, nel delicato e strategico settore della gestione degli appalti all’interno dell’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta.

La relativa inchiesta giudiziaria, per la quale l’interessato era stato condannato nel 2019 dalla Corte di Appello di Napoli alla pena di sette anni di reclusione, aveva accertato la piena operatività del citato clan all’interno della struttura sanitaria, facendo emergere una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare con appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria, che garantiva il controllo e la gestione, in regime di assoluto monopolio, degli appalti e degli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano.

Già tra il 2015 ed il 2020 i beni accertati nella disponibilità di imprenditore venivano raggiunti dai decreti di sequestro e confisca emessi dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere, su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli.

L’odierno decreto di sequestro ha interessato titoli finanziari per un valore complessivo in oltre 2 milioni di euro, riscontrati all’esito di recente attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli ed eseguita dalla DIA, nella disponibilità del suddetto imprenditore ed accumulati nello stesso periodo in cui è documentata la sua adesione al sodalizio casalese.

Fonte: Direzione Investigativa Antimafia

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