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In vendita i beni confiscati

Di redazione il . Istituzioni

Ufficialmente in vendita i beni confiscati.  C’è stato infatti il via libera dell’Aula del Senato alla Finanziaria. Il testo passerà
all’esame della Camera, dopo che oggi è stato approvato:  o voti favorevoli sono stati 149, i contrari
122, gli astenuti 3.  Il testo, tra le novità prevedeva la vendita dei beni confiscati alla mafia, che non
verranno più utilizzati a fini sociali, distribuendo il ricavotper il 50% al ministero dell’Interno per la tutela sicurezza pubblica e
per il restante 50% al ministero della Giustizia per il potenziamento
degli uffici giudiziari.


Il nuovo provvedimento stabilisce che se trascorsi i 90 giorni che devono intercorrere tra la data della confisca e quella dell’assegnazione – previsti dalla legge 575/65 – i beni non sono stati assegnati, essi possono essere venduti. In questo modo la competenza viene affidata al dirigente del competente ufficio del territorio dell’Agenzia del demanio che dovrà espletare il procedimento di vendita entro sei mesi.

Inutile negare l’abnormità del provvedimento che di fatto sottolinea la morte di una legge, la 109/96, che aveva rivoluzionato il campo della confisca dei beni ai mafiosi. Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che quella legge aveva voluto e sostiene attivamente ha così commentato il voto.

«Con l’emendamento votato oggi al Senato che consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie, viene di fatto tradito l’impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività.Il divieto di vendere questi beni è un principio che non può e non deve, salvo eccezioni, essere messo in discussione. Se l’obbiettivo è quello di recuperare risorse finanziarie strumenti già ce ne sono, a partire dal “Fondo unico giustizia” alimentato con i soldi “liquidi” sottratti alle attività criminali, di cui una parte deve essere destinata prioritariamente ai famigliari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia.Ma è un tragico errore vendere i beni correndo di fatto il rischio di restituirli alle organizzazioni criminali, capaci di mettere in campo ingegnosi sistemi di intermediari e prestanome e già pronte per riacquistarli, come ci risulta da molteplici segnali arrivati dai territori più esposti all’influenza dei clan.  Facciamo un appello a tutte le forze politiche perché questo emendamento, che rischia di tradursi in un ulteriore “regalo” alle mafie, venga abolito nel passaggio alla Camera».

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